In Vaticano summit di giudici e procuratori donne africane sulla tratta

Dopo il primo incontro nel 2018, la Casina Pio IV torna ad ospitare un confronto sul tema della tratta. Al summit, che si è aperto questa mattina, partecipano giudici e procuratori donne provenienti, in particolare, da vari Stati dell’Africa. Tra i temi al centro del meeting, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze, c’è anche il dramma del traffico di organi.

«La tratta nelle sue molteplici forme, costituisce una ferita nel corpo dell’umanità contemporanea una piaga profonda nell’umanità di chi la subisce e di chi la attua. La tratta, infatti, deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità (Papa Francesco, 11 aprile 2019)»

Una piaga da estirpare 

L’eliminazione del traffico di esseri umani è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu. La priorità, per le Nazioni unite, è «adottare misure immediate ed efficaci per eliminare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e al traffico di esseri umani e assicurare la proibizione e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, incluso il reclutamento e l’impiego di bambini-soldato, e, entro il 2025, porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme». La tratta, soprattutto, in Africa, è una piaga legata a varie criticità, tra le quali la povertà. Gabriella Marino, della Pontificia Accademia delle Scienze, sottolinea che il summit, organizzato in Vaticano e in programma fino a domani, è un prezioso osservatorio sul dramma della tratta. Prende spunto dall’incontro tenutosi lo scorso anno, sempre in Vaticano.     

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12 Dicembre 2019 | 17:21
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