Internazionale

Il viaggio di ciascuno verso «Itaca»: letture per conoscersi meglio

di Laura Quadri

La copertina del libro di don Marco Pozza.

L’avvicinamento al Natale può avvenire anche tramite letture che diventano scoperta per se stessi e per l’altro a cui farne dono. Alcune nuove iniziative editoriali spiccano in questo senso più di altre, libri che ci invitano con delicatezza a toccare con mano l’umanità di cui siamo fatti, quella stessa umanità di cui anche Gesù, nella grotta di Betlemme, sta per rivestirsi. La storia di don Juliàn, raccontata nel romanzo di don Marco Pozza «Alla fine è sempre all’improvviso » (ed. Feltrinelli), è una di queste: il passato personalmente sperimentato tra carceri e violenza, poi la conversione e l’invio come sacerdote in uno sperduto paesino di provincia, a sua volta a contatto con molte fragilità umane. La risposta a sofferenze e bisogni gli nascerà spontanea dal cuore: farsi uomo tra gli uomini, condividerne gioie e sofferenze, nella convinzione che il primo vero modo per essere sacerdote tra le gente è aprirle, con sincerità, una via di amore che passa dai gesti. Così Pozza, a sua volta cappellano nelle carceri di Padova, ci conduce dentro un romanzo che è un pezzo di vita sua e di molti compagni di viaggio, un Diario di un curato di campagna, pensato per chi abita le città, il paese, le campagne di oggi; regalo di Natale per uomini e donne in cammino.

La copertina dell’ultimo libro di Alessandro D’Avenia.

Altri libri e altre pagine, sottoforma di romanzo, reiterano l’invito all’introspezione e a toccare con mano l’umanità di ciascuno: «Proprio perché abbiamo un’Itaca nel cuore possiamo salvarci. In noi c’è tutto, basta saperlo cercare. E cominciare a tornare». Sotto questo auspicio Alessandro d’Avenia, volto ormai noto dell’editoria italiana, dà alla luce il suo nuovo volume «Resisti, cuore» (ed. Mondadori), che propone, a partire dalla rilettura dell’Odissea, di fare delle peripezie di Ulisse l’immagine del percorso di ogni uomo alla ricerca della propria «Itaca», il proprio compimento esistenziale, lontano dalla paura e sempre più vicino, invece, a scoprire la gioia di lasciarsi amare. Nel nuovo volume, acquisto ideale per le festività soprattutto per i più giovani, l’Autore non solo dialoga con un’opera fondante della cultura occidentale quale l’Odissea, ma ripercorre i suoi canti facendoli risplendere di tutta la loro luce: da una parte ci accompagna attraverso l’opera come studioso di Lettere classiche che l’ha eletta a suo principale ambito d’interesse, d’altra come insegnante che da anni ne promuove la lettura integrale ad alta voce, e infine come intellettuale abilissimo nell’interpretare lo spirito del tempo.

Ulisse, come racconta l’Odissea, avrebbe l’opportunità di diventare immortale e vivere in tranquillità sull’isola di Ogigia con Calipso, ma sceglie di tornare a Itaca da Penelope e Telemaco, intraprendendo un lungo viaggio che potrebbe mettere a rischio la sua vita. Rievocando l’esperienza personale di molti: «Quanto abbiamo sofferto, quanti compagni abbiamo perduto, quante volte abbiamo fatto naufragio, prima di capire che l’unica cura per l’invincibile nostalgia di futuro che ci affliggeva era tornare nella nostra Itaca?». E con una convinzione e un messaggio finale ben chiaro, che porta con sé come dono, a Natale e non solo, quello dell’incoraggiamento: «Se abbiamo perso la gioia della nostra odissea, rileggere l’Odissea è il modo migliore per «fare ritorno» a noi stessi. Allora resistere non è rimanere fermi, ma ri-esistere, nascere. Questa è l’arte di essere mortali».

18 Dicembre 2023 | 14:18
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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