Papa e Vaticano

Il viaggio del Papa in Ungheria: un'occasione reale per la pace? Il commento del prof. Markus Krienke

di Markus Krienke*

Francesco approderà il 28 aprile 2023, per la seconda volta in Ungheria, dopo la sua visita di un giorno, nel 2021. Un viaggio nella «periferia» dell’Europa, come molti l’hanno definito, in un Paese che però gioca un ruolo tutt’altro che secondario nello scacchiere delle relazioni internazionali in riferimento alla guerra in Ucraina. La meta, come alcuni prospettano, potrebbe essere stata scelta da papa Francesco addirittura per lanciare una nuova iniziativa per la pace, per aprire una «piccola finestra» di dialogo. Tale è l’attesa dell’ambasciatore ungherese presso la Santa Sede, Eduard Habsburg, che vede tra il primo ministro ungherese Orbán e il Papa un’«alleanza per la pace».

Una visione che regge solo in superficie. Se infatti entrambi relativizzano la pretesa della NATO di sostenere una «guerra giusta», contrariamente al rifiuto ungherese di fornire le armi all’Ucraina, il Papa non ne ha esclusa la legittimità in vista di una difesa del territorio ucraino, sottolineando però la riserva morale che ciò non deve provocare un aggravamento della guerra. Tale aggravamento per Orbán è fuor di dubbio, e la sua politica è segnata dall’inizio – nonostante la sua ferma ma formale condanna dell’attacco di Putin – dall’intenzione di indebolire gli aiuti europei per l’Ucraina. A favore dell’ideale di un’«Ungheria first» nei confronti di Bruxelles, il leader magiaro usa persino la guerra in Ucraina.

Di fronte a una tale differenza di motivazioni a favore della pace, c’è da chiedersi come sia possibile che i due formulino un appello congiunto per la cessazione delle ostilità? Sarebbe la prima volta che il Papa firma un tale documento con un leader politico e non con rappresentanti religiosi. Un’altra ipotesi – avanzata tra le attese di questo viaggio – molto probabilmente non si avvererà: durante un possibile incontro con la Chiesa russo ortodossa non ci sarà la sussurrata partecipazione di Kirill, patriarca ortodosso di Mosca.

Un incontro che invece è certo è quello con un gruppo di rifugiati ucraini. Quando papa Francesco, mesi fa, ha accettato l’invito di Orbán e della Presidente ungherese Novák, l’Ungheria vedeva molto favorevolmente l’accoglienza degli ucraini. Anche se a giudizio di molti, tale scelta mirava alla possibilità di chiedere miliardi di aiuti all’UE, non si poteva non registrare in quei giorni il sorprendente cambiamento di atteggiamento del Primo ministro ungherese nei confronti degli stranieri. Un fatto che causò nel Paese una repentina situazione di discriminazione verso altri rifugiati e i Rom. Ora ciò che nella bilancia di tale gesto pesa di più, è l’evidente peggioramento negli ultimi mesi delle condizioni di accoglienza, con l’intenzione di ridurre la permanenza dei rifugiati o di dissuaderli del tutto. Bisogna tuttavia sottoli-neare, come anche già prima della crisi dei rifugiati, la Chiesa ungherese – solitamente accondiscendente alla politica nazionalistica di Orbán, in quanto dipende finanziariamente dallo Stato – ha sempre prestato dei servizi caritatevoli, sebbene in modo non ufficiale. Un portavoce della Conferenza episcopale, Csaba Török, definisce la presenza della Chiesa, infatti, «silente ma non inoperosa » attraverso l’azione di molti cattolici e di ONG ecclesiastiche. Per il Papa sarebbero molti i temi «caldi» da trattare: una Chiesa poco «in uscita», una politica caratterizzata dalle «ombre di un mondo chiuso» per quanto riguarda diritti, libertà e trasparenza, per usare un’espressione della Fratelli tutti. In un viaggio che sarà criticamente osservato dall’Occidente, Bergoglio sa che questa è un’occasione per lasciare un segno a favore della pace. Non di meno, e non di più. Ma sicuramente non senza mantenere la giusta distanza critica, anche esplicitamente, da Orbán.

*docente di etica alla Facoltà di teologia di Lugano

leggi anche: l’attesa dei giovani in Ungheria

Qui: il programma del viaggio papale

| © Vatican Media
27 Aprile 2023 | 11:14
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!