Il Papa si congeda dalla Grecia, in volo verso Roma

Il Pontefice lascia la terra ellenica dove ha fatto tappa per il suo 35° viaggio apostolico a Cipro e in Grecia. Il trasferimento da Atene all’aeroporto di Roma Ciampino durerà poco più di due ore. Durante il volo è prevista la consueta conferenza stampa con i giornalisti a bordo che hanno seguito la visita papale. Il tappeto rosso, l’entusiasmo del popolo greco, con il ricordo dei volti stupefatti e rallegrati degli immigrati che colorano una società composita di umanità ferita ma che ha ricevuto il conforto della comunità ecclesiale universale. 

L’incontro con i giovani presso la Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline di Atene ha suggellato un viaggio che ha voluto dare impulso alle nuove generazioni alle prese con un futuro segnato da incertezze e paure.

La speranza e lo slancio espressi nelle parole del Papa sono l’eredità umana e spirituale del Successore di Pietro che ha toccato le piaghe dei popoli cipriota e greco così come di tutti coloro che si imbarcano in quelle che ha definito le «moderne odissee», le migrazioni alla ricerca di un futuro di felicità e di vita dignitosa negato in Paesi in guerra e dove l’esodo sembra essere l’unica via di salvezza.

Nel quadro di un viaggio contraddistinto dal dialogo ecumenico così cruciale in queste terre, si compone un ulteriore tassello di un magistero che vuole costruire ponti e abbracciare popoli in uno stile di evangelica fraternità.

Chiesa, quando la piccolezza non è insignificante

Il messaggio del Papa alla Chiesa cattolica in Grecia è prezioso per tutti. «Alla Chiesa  di Grecia Papa Francesco – scrive Andrea Tornielli – ha parlato del valore della piccolezza, perché l’essere una Chiesa piccola – come nel caso del gregge cattolico di questo Paese – la rende segno eloquente del Vangelo. Il Dio annunciato da Gesù sceglie i piccoli e i poveri, si rivela nel deserto e non nei palazzi del potere. Alla Chiesa, non solo a quella greca, è chiesto di non inorgoglirsi inseguendo i grandi numeri, abbandonando il desiderio mondano di voler contare, di voler essere rilevanti sulla scena del mondo.

Ma Francesco ha anche spiegato che essere piccoli non equivale ad essere insignificanti. Essere lievito che fermenta nascosto «dentro la pasta del mondo» è infatti il contrario dell’arrendersi al quieto vivere, all’andare avanti per forza d’inerzia. La via indicata dal Papa è quella dell’apertura all’altro, del servizio, dell’accompagnamento, dell’ascolto, della testimonianza concreta di vicinanza con tutti: il che è l’opposto di una Chiesa ripiegata su se stessa che si compiace della sua piccolezza.

Di fronte alla secolarizzazione e all’evidente difficoltà che oggi i cristiani incontrano nel trasmettere la fede è possibile rinchiudersi cercando di creare comunità perfette, che si astraggono dal mondo per preservare il loro piccolo o piccolissimo gregge, in attesa che passi la tempesta e con la nostalgia per un passato che non c’è più. Oppure, ed è anche questo un rischio ben presente oggi, ci si dedica con iperattivismo alle strategie missionarie, convinti che annuncio, testimonianza e anche conversione non siano frutti dello Spirito a cui lasciare spazio, ma esito delle nostre abilità e dei nostri protagonismi. Così c’è il rischio, purtroppo ricorrente nell’era digitale, che al centro dell’evangelizzazione ci siano l’evangelizzatore e le sue trovate, invece che il Vangelo e il suo Protagonista. Lasciare spazio al Protagonista: è questo il significato profondo della conversione, come metanoia, come cambio di mentalità alla luce del Vangelo.

La piccolezza di cui parla Francesco è dunque un dono. È l’essere coscienti che senza di Lui non possiamo far nulla e che è Dio a precederci, a convertire, a sostenere, a cambiare. E questa coscienza è preziosa anche per le Chiese ancora numericamente significative: l’occasione offerta dal percorso sinodale appena iniziato può aiutare le comunità cristiane a liberarsi dai lacci della burocrazia, del clericalismo, del confidare nelle strutture, per costruire o ricostruire un tessuto di relazioni umane in cui fiorisce la testimonianza».

6 Dicembre 2021 | 11:58
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