Papa Francesco con alcuni giovani.
Papa e Vaticano

Il Papa scrive ai giovani del mondo

Poche ore prima di partire per il viaggio apostolico in Kazakhistan papa Francesco ha scritto un messaggio ai giovani del mondo in vista delle Giornate mondiale della gioventù che saranno nell’estate 2023 in Portogallo. «In questi ultimi tempi così difficili, in cui l’umanità, già provata dal trauma della pandemia, è straziata dal dramma della guerra, Maria riapre per tutti e in particolare per voi, giovani come lei, la via della prossimità e dell’incontro». Lo scrive Papa Francesco nel messaggio ai giovani di tutto il mondo in vista della GMG che si terrà l’anno prossimo a Lisbona, un raduno che, sottolinea Francesco, «rappresenterà un nuovo inizio per voi giovani e – con voi – per l’umanità intera». «Non è casuale – osserva il Papa – che la guerra sia tornata in Europa nel momento in cui la generazione che l’ha vissuta nel secolo scorso sta scomparendo».

Francesco si sofferma sulle «frette» che agitano il cuore dei giovani, sa che in tanti «colpiti da realtà come la pandemia, la guerra, la migrazione forzata, la povertà, la violenza, le calamità climatiche» si chiedono «perché proprio a me?». E invita a guardare alla fretta di Maria che è propria di coloro che hanno ricevuto doni straordinari e non possono far a meno di condividere.
Maria è una giovane che non perde tempo a cercare l’attenzione o il consenso degli altri – come accade quando dipendiamo dai «mi piace» sui social media –, ma si muove per cercare la connessione più genuina, quella che viene dall’incontro, dalla condivisione, dall’amore e dal servizio.

Il Papa esorta dunque a costruire la pace partendo dai comportamenti di ciascuno, e critica la fretta «non buona» che condiziona molti, descrivendo le relazioni personali e sul lavoro che diventano sterili quando non si segue il modello di Gesù che suggerisce «rispetto, assenza di pregiudizi e di condanne, sguardo di misericordia che non avevamo mai incontrato negli altri».

Il Papa indica ai giovani l’esempio di «Elisabetta e Zaccaria che hanno ospitato Maria e Gesù! Impariamo da questi due anziani il significato dell’ospitalità! Chiedete ai vostri genitori e ai vostri nonni, e anche ai membri più anziani delle vostre comunità, cosa vuol dire per loro – suggerisce Francesco ai ragazzi – essere ospitali verso Dio e verso gli altri. Vi farà bene ascoltare l’esperienza di chi vi ha preceduto». Proprio l’incontro tra generazioni aiuta a superare le distanze «tra classi sociali, tra etnie, tra gruppi e categorie di ogni genere» e anche le guerre. «I giovani sono sempre speranza di una nuova unità per l’umanità frammentata e divisa. Ma solo se hanno memoria, solo se ascoltano i drammi e i sogni degli anziani».

Risvegliarsi, sperimentare la presenza di Cristo è «un’esplosione di luce che non può lasciare fermo nessuno», spiega il Papa citando come esempio l’annuncio dell’Angelo che spinge la Vergine ad andare, sapendo che i piani di Dio sono «il miglior progetto possibile per la sua vita». «Maria – si legge nel Messaggio – diventa tempio di Dio, immagine della Chiesa in cammino, la Chiesa che esce e si mette al servizio, la Chiesa portatrice della Buona Novella!»

La Madre del Signore è modello dei giovani in movimento, non immobili davanti allo specchio a contemplare la propria immagine o «intrappolati» nelle reti. «Lei è tutta proiettata verso l’esterno. È la donna pasquale, in uno stato permanente di esodo, di uscita da sé verso il grande Altro che è Dio e verso gli altri, i fratelli e le sorelle, soprattutto quelli più bisognosi, come era la cugina Elisabetta».
«Non potete risolvere tutti i problemi del mondo. Ma magari – osserva Francesco – potete iniziare da quelli di chi vi stanno più vicino, dalle questioni del vostro territorio». Francesco cita Madre Teresa di Calcutta, la religiosa che e si spese per i più poveri. Madre Teresa parlando del bene che faceva diceva che era una goccia nell’oceano, «ma se non lo facessi- affermava la santa – l’oceano avrebbe una goccia in meno». La strada che il Papa incoraggia a imboccare è quella dei «bisogni concreti, urgenti per i quali è importante agire in fretta»: infatti «quante persone nel mondo attendono una visita di qualcuno che si prenda cura di loro! Quanti anziani, malati, carcerati, rifugiati hanno bisogno del nostro sguardo compassionevole, della nostra visita, di un fratello o una sorella che oltrepassi le barriere dell’indifferenza!
«Il nostro camminare, se abitato da Dio, ci porta dritti al cuore di ogni nostro fratello e sorella», scrive papa Francesco.

Papa Francesco con alcuni giovani. | © vaticanmedia
13 Settembre 2022 | 10:26
Tempo di lettura: ca. 3 min.
giovani (727), gmg (152), lisbona 2023 (2), PapaFrancesco (1465)
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