Il Papa: «Dio non rinnega mai i suoi figli, neppure i peggiori briganti»

Si può diventare anche «i peggiori briganti», ma «Dio mai rinnega i suoi figli». Mai. Perché «Dio ci ama tanto» e nessun peccato può scalfire questo amore. Ancora una volta Papa Francesco torna a parlare della misericordia che impregna il rapporto di Dio con i suoi figli nell’udienza generale di oggi in piazza San Pietro, durante la quale prosegue il ciclo di riflessioni sul tema del Battesimo. Un sacramento, evidenzia il Papa, che «ci apre la porta ad una vita di resurrezione, non a una vita mondana, una vita secondo Gesù».

 

Il Battesimo «imprime un sigillo spirituale indelebile» che «non si perde mai» e «non si ripete», afferma Bergoglio. «»Ma padre – aggiunge a braccio – se una persona diventa un brigante che uccide la gente, che fa delle ingiustizie, il sigillo se ne va?». No! È una vergogna che l’uomo fa queste cose, che va contro Dio, ma Dio mai rinnega i suoi figli». E «durante tutta la vita il Padre ci dice: tu sei il mio figlio amato, la mia figlia amata. Dio ci ama tanto e non ci lascia soli…».

 

«Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato», rimarca il Pontefice citando alla lettera il Catechismo della Chiesa cattolica, «sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza». Quei frutti, cioè, suscitati dalla vita nuova generata dal Battesimo: «Il fonte battesimale – sottolinea il Papa – è il luogo in cui si fa Pasqua con Cristo! Viene sepolto l’uomo vecchio, con le sue passioni ingannevoli perché rinasca una nuova creatura; davvero le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove».

 

«La rinascita dell’uomo nuovo esige che sia ridotto in polvere l’uomo corrotto dal peccato», aggiunge. E ricorda «l’iscrizione che si trova nell’antico Battistero romano del Laterano, in cui si legge, in latino, questa espressione attribuita al Sisto III: «La Madre Chiesa partorisce verginalmente mediante l’acqua i figli che concepisce per il soffio di Dio. Quanti siete rinati da questo fonte, sperate il regno dei cieli». Bello – osserva, a braccio, Francesco -. La Chiesa che ci fa nascere. La Chiesa che è grembo e madre per mezzo del Battesimo. Se i nostri genitori ci hanno generato alla vita terrena, la Chiesa ci ha rigenerato alla vita eterna nel Battesimo. Siamo diventati figli nel suo Figlio Gesù».

 

«Anche su ciascuno di noi, rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, il Padre celeste fa risuonare con infinito amore la sua voce che dice: «Tu sei il mio figlio amato»», afferma ancora il Papa. «Questa voce paterna, impercettibile all’orecchio ma ben udibile dal cuore di chi crede, ci accompagna per tutta la vita, senza mai abbandonarci».

 

Perciò «rinati figli di Dio, lo siamo per sempre!»: ecco il «sigillo indelebile» del Battesimo, sottolinea il Vescovo di Roma. «La vocazione cristiana sta tutta qui: vivere uniti a Cristo nella santa Chiesa» portando «frutti che durano per sempre». La vocazione cristiana è rendere «testimonianza per mezzo di una vita di fede e di carità, ponendola al servizio degli altri, sull’esempio del Signore Gesù», aggiunge.

 

E conclude ribadendo ancora che: «Dio mai rinnega i suoi figli». «Lo ripetiamo tutti insieme? Un po’ più forte perché sono sordo…».

 

Al momento dei saluti nelle varie lingue il Papa, rivolgendosi ai pellegrini in lingua araba, ha lanciato un nuovo appello per la Siria chiedendo di pregare, in questo mese mariano di maggio, il rosario «per la pace in Siria e nel mondo intero». Infine, in inglese, ha ringraziato «i piccoli agricoltori» presenti nella piazza, «venuti in Italia da vari paesi, con gratitudine per il loro contributo alla nutrizione di tutti nel nostro mondo».

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

9 Maggio 2018 | 18:00
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