Papa e Vaticano

Il Papa chiede ai terroristi di tutto il mondo di rinunciare alla violenza

«La scorsa settimana sono stati compiti vari attentati, per esempio in Norvegia, Afghanistan, Inghilterra, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Esprimo la mia vicinanza ai familiari delle vittime». Lo ha detto papa Francesco al termine dell’Angelus, invocando tutte le parti, cioè le formazioni armate impegnate nei vari Paesi per ottenere l’indipendenza  (come il Fronte Polisario, il movimento fondato il 10 maggio 1973 con l’intento di ottenere l’indipendenza del Sahara Occidentale dall’occupazione militare della Spagna, del Marocco e della Mauritania) e i gruppi terroristici (oggi soprattutto di matrice islamica) ad «abbandonare la via della violenza, che è sempre perdente, che è una sconfitta per tutti. Ricordiamoci che violenza genera violenza».

A 10 anni dalla rinuncia dell’ETA in Spagna alla lotta violenta

Parole significative se pensiamo che esattamente il 20 ottobre di 10 anni fa l’ETA (in lingua basca «Euskadi Ta Askatasuna», in spagnolo «País Vasco y Libertad», cioè «Paese basco e libertà») la formazione militare segreta che operava  per l’indipendenza dei baschi, pose ufficialmente fine all’uso della violenza dopo 43 anni. Il 20 ottobre 2011, alle sette del pomeriggio, l’edizione digitale del quotidiano «Gara» pubblicò infatti un video in cui tre uomini incappucciati annunciavano la «cessazione definitiva dell’attività armata» dell’Eta, il gruppo terroristico basco. «El Pais», in un editoriale, ricorda oggi quel momento simbolico per tutta la Spagna.

I nuovi beati spagnoli: martiri negli anni ’30

Il Papa all’Angelus del 17 ottobre 2021 ha anche parlato dei nuovi beati spagnoli, saliti oggi agli altari a Cordoba, martiri della persecuzione religiosa degli anni ’30: il sacerdote Juan Elías Medina e 126 compagni martiri (preti, religiose, seminaristi e laici). Alcuni di loro erano impegnati in attività ecclesiastiche o erano membri di associazioni come l’Azione Cattolica o l’Adorazione Notturna del Santissimo Sacramento. Lo stesso don Juan Elias nei giorni della prigionia portò conforto e assistenza spirituale ai suoi compagni. E la fede che confessarono la portarono dentro al cuore fino al momento della morte esprimendola con gioia nelle parole »Viva Cristo Rey» cui unirono il perdono ai loro esecutori.

| © Vatican Media
17 Ottobre 2021 | 14:48
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angelus (230), PapaFrancesco (1459)
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