Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov

Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov è un libro affascinante e complesso: non è certo un libro dove alla fine le cose tornano a posto, o perlomeno ritrovano un ordine, dove ci sono un messaggio e un’interpretazione chiari e lineari. E’ piuttosto un romanzo che apre molte domande e fa discutere. Inoltre lo si legge (almeno questa è stata la mia esperienza) con grande piacere.

Prima di leggere il libro consiglio di dare un’occhiata alla biografia dell’autore: medico e scrittore vissuto in tempi terribili (l’Unione sovietica di Stalin), vide censurata la sua opera, compreso appunto Il Maestro e Margherita. Cosa che, dal punto di vista del potere,  si capisce bene: uno dei due livelli narrativi su cui si snoda il romanzo è ambientato nell’Unione sovietica e mostra in modo spietato il sistema di potere  sovietico e l’asservimento ad esso di scrittori e artisti.

Il bello (il romanzo) inizia quando a Mosca, in questo contesto, fa irruzione il Diavolo con il suo seguito, combinandone di tutti i colori in vista di organizzare l’annuale ballo di Satana. Ed è sempre in questo contesto che incontriamo Margherita e il Maestro, uno scrittore che si era ripromesso di scrivere un romanzo su Ponzio Pilato.

E proprio la ricostruzione della vicenda di Pilato dopo che per codardia ebbe tradito Gesù, è il secondo piano narrativo del romanzo, che si intreccia continuamente con la storia di Margherita e del Maestro alle prese col potere sovietico e con le scorribande del Diavolo.

Il romanzo ci fa capire, tra le altre cose, come, in una condizione infernale, contraddistinta dalla mancanza di senso (come lo è il fantasioso ballo di Satana, ma come lo è anche la società sovietica), la misericordia divina sia disposta ad abbracciare chiunque sia capace di tentativi pur incompleti di amore. Così il Maestro, così Margherita, così perfino Pilato.

Alberto Moccetti, direttore del Liceo diocesano

19 Aprile 2020 | 18:11
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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