Ticino e Grigionitaliano

I commenti al Vangelo di domenica 17 settembre

Calendario Romano Mt 18, 21-35 / XXIV Domenica del Tempo ordinario

Rimetti i nostri debiti come noi ai debitori

di Dante Balbo*

La contabilità del Signore è sproporzionata a nostro vantaggio. Nel padre Nostro chiediamo il perdono del Signore impegnandoci a fare altrettanto con i nostri fratelli. Mentre Lui ci può effettivamente salvare, condonandoci un debito altrimenti troppo grande, tanto che ha dovuto venire suo Figlio a pagare per noi, noi abbiamo con i nostri compagni di viaggio debiti che se guardati realmente sono spiccioli.
Lo spiega bene la Prima lettura di questa domenica, rimettendo nella giusta prospettiva ciò che apparentemente tanto ci ferisce. Pensa alla fine, al limite della tua vita, al poco tempo che hai per vivere su questa terra e chiediti se vale la pena di avvelenarsi il cuore con il rancore, l’astio, la negazione di una relazione, magari per questioni di soldi, di eredità, di torti subiti o presunti. Non lo dice solo il Signore, è scritto nella nostra struttura neurofisiologica: il rancore, l’odio, il rimuginare su quanto ci hanno fatto male, danneggia il nostro corpo, produce sostanze tossiche, squilibra il nostro metabolismo.
Nel Vangelo lo ribadisce Gesù invitando di fatto al perdono permanente. Il punto di paragone non è la nostra miopia, il nostro sguardo che non va oltre l’istante e riesce a tenere a mente cose accadute 40 anni fa, a proposito di liti famigliari per ragioni oggi senza alcun senso, ma che rimangono come tracce indelebili sulle relazioni. Lo sguardo di Gesù ci ricorda la grazia infinita di Dio, capace di perdonarci fino all’ultimo respiro, pronta ad accogliere in paradiso uno che per sua stessa ammissione aveva meritato di essere crocifisso.
Non possiamo illuderci, non siamo meglio del ladrone pentito, eppure anche per noi la salvezza è venuta a riscattarci.
Solo con questa consapevolezza e dalla gratitudine traboccante possiamo dire: come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

*Dalla rubrica televisiva Il Respiro spirituale di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube

Calendario ambrosiano Lc 9,18-22 / Domenica II dopo il martirio di Giovanni

«Tu sei il Cristo, cioè l’inviato di Dio»

di don Giuseppe Grampa

Singolare scoperta quella che ci riserva l’Evangelo di questa domenica: Gesù si interessa ai sondaggi. Infatti rivolge ai discepoli la domanda: «Per la gente io chi sono?». Il sondaggio rivela che l’opinione pubblica, la gente, è interessata nei confronti di Gesù e ha per questo giovane e sconosciuto predicatore un grande apprezzamento. Non dimentichiamo che in occasione della sua prima uscita pubblica nel suo villaggio di Nazareth, Gesù non aveva avuto buona accoglienza. La gente aveva reagito dicendo: «Ma questo giovane predicatore non è forse il figlio del falegname? Conosciamo bene tutta la sua famiglia…».
Adesso l’opinione della gente è assai favorevole. Infatti per alcuni questo Gesù è un nuovo Giovanni Battista, per altri è Elia, per altri ancora uno dei profeti. Stando all’opinione dei suoi contemporanei Gesù è collocato nella serie dei grandi uomini che hanno segnato la storia di Israele.
Sondaggio favorevole, possiamo dire ma le risposte sono insufficienti. E infatti Gesù insiste rivolgendosi direttamente ai suoi discepoli. «Ma per voi io chi sono? Per voi che avete lasciato tutto per seguirmi voi chi dite che io sia?».
Da duemila anni questa domanda attraversa e sconvolge la storia e soprattutto il cuore di tanti uomini e donne. Oggi la domanda è ancora una volta rivolta a ciascuno di noi: «Per te io chi sono?». A questo punto Pietro, il portaparola del gruppo dei discepoli, risponde e, notiamo, la sua risposta non è pluralista ma è unica e perentoria: «Tu sei il Cristo». La gente ha dato svariate risposte, la fede ha una sola risposta: «Tu sei il Cristo, cioè l’inviato di Dio».
Notiamo la differenza, capitale, tra dire «tu sei uno dei tanti» e dire «tu sei il Cristo, non uno dei tanti inviati da Dio ma l’inviato, non una delle tante parole che Dio ha rivolto all’uomo ma la Parola». Questa risposta esprime la fede nella singolarità di Gesù.

15 Settembre 2023 | 17:55
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