Il vescovo Gmür
Svizzera

Gmür: «Dal Papa il via libera alla creazione in Svizzera di un Tribunale ecclesiastico penale e disciplinare per i casi di abuso»

Di Annalena Muller/traduzione e adattamento catt.ch

Come rivelato in un’intervista a mons. Felix Gmür, presidente della Conferenza dei Vescovi svizzeri (CVS), apparsa quest’oggi su kath.ch, Papa Francesco avrebbe dato il via libera alla creazione di un Tribunale ecclesiastico nazionale in Svizzera di carattere sia penale che disciplinare, progetto auspicato e fortemente voluto dai Vescovi svizzeri, come annunciato sin dalla loro assemblea plenaria dello scorso 30 settembre, a seguito dei dati emersi dal Rapporto di Zurigo sugli abusi in ambito ecclesiale in Svizzera. Il diritto penale svizzero continuerà naturalmente ad essere applicato e le autorità penali continueranno ad essere chiamate in causa in tutti i casi di abusi o altri reati commessi in ambito ecclesiastico. Il Tribunale ecclesiastico si occuperà delle sanzioni da adottare contro i membri del clero in caso di violazione della legge ecclesiastica.

Mons. Gmür, come si è riusciti a ottenere questo traguardo?

«Abbiamo detto al Papa che ne avevamo bisogno e che per la Chiesa in Svizzera sarebbe stato importante. Ha subito compreso».

La RKZ ha anache chiesto che facciano parte del collegio giudicante anche un team di laici esperti di diritto canonico, per garantirne l’indipendenza. Sarà così?

«Con gli Statuti stabiliremo da chi debba essere costituito il collegio giudicante. Un team di persone con esperienza nel diritto canonico e nel diritto penale è sicuramente importante».

Sapete già dove andare a cercare questi esperti?

«Abbiamo ricevuto ora luce verde e possiamo metterci al lavoro. Trovare le persone giuste fa parte di questo lavoro».

È già stata chiarita la provenienza dei mezzi economici necessari per attivare questo servizio?
«Prima di tutto, dobbiamo sapere esattamente a cosa sono destinati questi mezzi, e poi presenteremo la richiesta alle commissioni competenti».

In Francia un simile Tribunale esiste già, ma non può occuparsi di casi di minori abusati. Tuttavia, il Rapporto di Zurigo ha sottolineato che il 74% degli abusi commessi in ambito ecclesiale in Svizzera concernevano minorenni. Il nuovo Tribunale svizzero si occuperà anche di questi casi?

«La competenza per questi casi rimane al Dicastero per la Dottrina della Fede a Roma, che può tuttavia delegare determinati processi, come spesso accade. Se il Tribunale è ben strutturato e competente, non vedo alcun motivo per non occuparsene».

Quali sono i prossimi passi?

«La CVS elaborerà degli Statuti assieme ad alcuni esperti. I punti più delicati – ad esempio la nomina dei Giudici stessi – verrà sicuramente discussa prima a Roma. Suona forse un po’ complicato, ma fa parte della sinodalità della Chiesa, che vuole includere su una medesima questione più persone».

La SRF ha annunciato che il Papa avrebbe anche concesso l’apertura degli Archivi della Nunziatura. È corretto?

«No, non lo è. Gli Archivi della Nunziatura e di tutte le Ambasciate sono regolate a livello internazionale. La Santa Sede si attiene a questo fatto e non romperebbe per nessun motivo il veto. Un’altra cosa sono gli Archivi a Roma. In singoli casi speciali si potrà sicuramente chiedere in futuro un’eccezione. Ma la Svizzera non ha su questo nessun potere. È tutto di competenza romana».

Vi ha stupiti che il Papa abbia accettato le vostre richieste? Avete dovuto fare lavoro di convincimento?

«Abbiamo parlato delle nostre esigenze al Papa con molta tranquillità. Per me non è una sorpresa che abbia accettato. Allo stesso tempo, ho percepito che i collaboratori del Papa, pur comprendendo i casi particolari, hanno sempre in mente l’intera Chiesa e i possibili effetti su altri Paesi e sulle relazioni con gli Stati».

kath.ch/adattamento red

Il vescovo Gmür | © diocesibasilea
17 Novembre 2023 | 18:45
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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