Il Papa all'udienza generale
Papa e Vaticano

Francesco ricorda i popoli vittime di conflitti: la guerra è una pazzia e una sconfitta

Le parole di Papa Francesco, nella prima udienza generale del 2024 in Aula Paolo VI, risuonano ancora con il tono della supplica per il dono della pace.

L’appello del Papa per i popoli in guerra e perseguitati

Al termine della catechesi, il Pontefice ha invitato in particolare a pregare per il dramma che si sta consumando in Medio Oriente e nel cuore dell’Europa. Ed ha aggiunto infine un pensiero per una popolazione su cui è tornato non poche volte a parlare.

Preghiamo per la gente in Palestina, Israele, Ucraina e tanti altri posti dove c’è la guerra. E non dimentichiamo i nostri fratelli Rohingya che sono perseguitati. 

Gesù è con noi nella lotta costante tra il bene e il male

«Il combattimento spirituale» è il titolo della catechesi all’udienza generale di questo mercoledì nell’Aula Paolo VI, la seconda del nuovo ciclo dedicato al tema dei vizi e delle virtù. Riguarda ogni cristiano, afferma Papa Francesco, perché la sua vita spirituale «non è pacifica, lineare e priva di sfide ma, al contrario, esige un continuo combattimento». Durante il Battesimo, l’unzione del catecumeno, priva di profumazione, indica proprio che «al cristiano non è risparmiata la lotta» e che «dovrà scendere nell’arena». Nell’antichità il corpo dei lottatori veniva unto, fa notare il Papa. La vita è un avvicendarsi di prove:

I santi non sono uomini a cui è stata risparmiata la tentazione, bensì persone ben coscienti del fatto che nella vita si affacciano ripetutamente le seduzioni del male, da smascherare e da respingere e tutti noi abbiamo esperienza di questo, tutti noi. Che ti viene un cattivo pensiero, che ti viene un desiderio di fare questo o di sparlare dell’altro … tutti, tutti siamo tentati e noi dobbiamo lottare per non cadere in queste tentazioni. Se qualcuno di voi non ha tentazioni lo dica, eh?, perché sarebbe una cosa straordinaria. 

Il rischio del sentirsi «a posto»

Il Papa prosegue mettendo in guardia dal sentirsi «a posto» e ricorda un detto del mistico e vescovo cristiano orientale siro, Isacco di Ninive, secondo cui «nella Chiesa chi conosce i propri peccati e li piange è più grande di chi risuscita un morto». Francesco, a braccio, aggiunge: 

Tante volte succede che andiamo al sacramento della Riconciliazione, e diciamo – con sincerità, eh? – «Ma, padre, io non ricordo, non so, un peccato, dei peccati»: ma, questo è mancanza di conoscere cosa succede nel cuore. Tutti siamo peccatori, tutti. E un po’ di esame di coscienza, un po’ di introversione ci farà bene a questo, no? (…) Tutti dobbiamo chiedere a Dio la grazia di riconoscerci poveri peccatori, bisognosi di conversione, conservando nel cuore la fiducia che nessun peccato è troppo grande per l’infinita misericordia di Dio Padre.

«Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?»«

Cristo si mette al fianco di tutti noi

La misericordia è la prima lezione che Gesù ci dà, osserva Papa Francesco. Sottoponendosi al rito di purificazione compiuto dal Battista, ci dice che Lui è un Messia diverso da come la gente lo immaginava, e prosegue: 

Gesù mai ci lascia da soli, mai! Pensate bene questo. «Oh, Padre, io ne ho fatte delle grosse!» – «Ma Gesù ti capisce e ti accompagna: capisce il tuo peccato e lo perdona»: Mai dimenticare questo. Nei momenti più brutti, nei momenti che noi scivoliamo sui peccati, Gesù è accanto a noi per aiutarci a sollevarci. Questo dà consolazione. Non dobbiamo perdere questo, questa idea, questa realtà: Gesù è accanto a noi per aiutarci, per proteggerci, anche per sollevarci, alzarci, dopo il peccato.

Gesù non si dimentica mai di perdonare

Il Papa ripete che Gesù «è venuto per perdonare, per salvare», vuole solo che apriamo il nostro cuore a Lui che non sidimentica mai di perdonare, mentre «siamo noi, tante volte, che perdiamo la capacità di chiedere perdono»Francesco afferma ancora: 

Ognuno di noi ha tante cose per cui chiedere perdono: ognuno la pensi dentro, e oggi parli con Gesù. Parli con Gesù su questo: «Signore, io non so se questo è vero o no, ma io ho capacità che Tu non Ti allontani da me. Io ho capacità che Tu mi perdoni. Signore, io sono peccatore, peccatrice, ma per favore non allontanarti». Questa sarebbe oggi una bella preghiera a Gesù: «Signore, non allontanarti da me».

E’ possibile aprirsi a Dio e camminare verso la santità

E’ importante, sottolinea ancora il Papa, rendersi conto che «siamo sempre combattuti tra estremi opposti», tra superbia e umiltà, tra odio e carità, ma che è possibile, attraverso il combattimento spirituale, riconoscere i nostri vizi e incamminarsi verso le virtù:

I cristiani camminano di continuo su questi crinali. Perciò è importante riflettere sui vizi e sulle virtù: ci aiuta a vincere la cultura nichilista in cui i contorni tra il bene e il male rimangono sfumati e, al contempo, ci ricorda che l’essere umano, a differenza di ogni altra creatura, può sempre trascendere sé stesso, aprendosi a Dio e camminando verso la santità.  

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Il Papa all'udienza generale | © Vatican Media
3 Gennaio 2024 | 21:39
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