Papa e Vaticano

Francesco ai giovani congolesi: no alla corruzione! Un futuro di pace è nelle vostre mani

Tante mani levate al cielo acclamano il Vescovo di Roma nello Stadio dei Martiri di Kinshasa, pienissimo: oltre 65mila i presenti. Musica e applausi, percussioni e bandierine colorate accompagnano l’arrivo in papamobile. Espressione di festa, gioia contagiosa e incontenibile con canti, balli e costumi tradizionali. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

I Cinque ingredienti

Alle dita della mano il Pontefice associa cinque diversi ingredienti per edificare un futuro di pace. Pollice, indice, medio, anulare e mignolo – suggerisce – possono orientarci ad individuare le priorità nella confusione: preghiera, comunità, onestà, perdono e servizio.

Preghiera, acqua dell’anima

Sebbene possa sembrare una realtà astratta – osserva Francesco – la preghiera è l’arma più potente, apre sempre nuove possibilità, aiuta a vincere le paure e ricorda che da soli non ce la facciamo. Chi crede di essere onnipotente infatti fallisce.

È come un albero sradicato: anche se grande e robusto, non si regge in piedi da solo. Ecco perché bisogna radicarsi nella preghiera, nell’ascolto della Parola di Dio, che ci permette di crescere ogni giorno in profondità, di portare frutto e di trasformare l’inquinamento che respiriamo in ossigeno vitale. Per farlo, ogni albero ha bisogno di un elemento semplice ed essenziale: l’acqua. Ecco, la preghiera è «l’acqua dell’anima».

I falsi paradisi dell’egoismo

Pensando all’indice, attraverso cui indichiamo qualcosa agli altri, il Santo Padre   rimarca l’importanza della comunità con l’invito a pensarsi sempre insieme per essere felici, a non lasciare che solitudine e chiusura rovinino la gioventù. Scelte individualistiche all’apparenza allettanti – spiega – lasciano solo un gran vuoto interiore. Ognuno è indispensabile e responsabile per la Chiesa e per il Paese.

Pensate alla droga: ti nascondi dagli altri, dalla vita vera, per sentirti onnipotente; e alla fine ti ritrovi privo di tutto. Ma pensate anche alla dipendenza dall’occultismo e dalla stregoneria, che rinchiudono nei morsi della paura, della vendetta e della rabbia. Non lasciatevi affascinare da falsi paradisi egoisti, costruiti sull’apparenza, su guadagni facili o su religiosità distorte.

Onestà per vincere la corruzione

I santi ricordano che essere cristiani, testimoniare Cristo richiede onestà, ingrediente fondamentale a cui il Papa associa il dito centrale della mano: il più alto di tutti. «Un cristiano non può che essere onesto altrimenti tradisce la sua identità». Essere onesti vuol dire non lasciarsi imbrigliare dai lacci della corruzione, cancro che sembra espandersi inarrestabile, ma che può essere sconfitto. Francesco cita le parole di San Paolo ai Romani: «non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene»:

C’è gente brava, intelligente, ma corrotta. Una persona corrotta è onesta o non è onesta? Je vous demande: è onesta o non è onesta? Pas de corruption. Pas de corruption. Tutti insieme diciamo: «Pas de corruption!»

Tutti insieme gridano e cantano: «Basta corruzione!». Francesco ricorda Floribert Bwana Chui, il giovane che quindici anni fa, all’età di ventisei anni, venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente: «scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione».

Il perdono per ricominciare

Ma «i grandi traguardi della vita passano attraverso la fragilità». Questo ricorda il dito anulare, il più debole, «quello che fa più fatica ad alzarsi», prosegue il Papa affermando che nelle fragilità la forza che fa andare avanti e aiuta a ricominciare è il perdono. «Non significa dimenticare il passato, ma non rassegnarsi al fatto che si ripeta».  Francesco chiede un minuto di silenzio da dedicare al perdono, un pensiero per «le persone che ci hanno offeso».

Servizio è potere che trasforma il mondo

Il dito più piccolo, il mignolo suggerisce al Papa la dimensione del servizio: «è proprio la piccolezza, il farsi piccoli che attira Dio. Secondo Gesù il servizio è il potere che trasforma il mondo». Il pensiero e la gratitudine di Francesco vanno ai catechisti a cui dice: «chi serve si fa piccolo».

Non un discorso a senso unico, ma un dialogo serrato quello che ha animato lo Stadio dei Martiri di Kinshasa. Ai cori e alla gioia dei giovani ha fatto eco la voce del Papa venuto da Roma per incoraggiarli a vivere da protagonisti il presente e il futuro della Repubblica Democratica del Congo:

Non scoraggiatevi mai! Quando avrete tristezza e sarete scoraggiati prendete il Vangelo, Gesù vi darà la forza. 

Vatican News / red

| © Vatican News
2 Febbraio 2023 | 16:26
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