Un evento dedicato ai bambini organizzato a casa DaRe a Bellinzona in occasione del Natale
Ticino e Grigionitaliano

Lara e Beatrice, raccontano le loro attività a servizio dei migranti

di Silvia Guggiari 

Migranti, naufragi, accoglienza, minori non accompagnati, rifugiati… sono parole ormai che siamo abituati a sentire ai telegiornali, a leggere sui giornali, ma che ancora troppo spesso sentiamo essere appartenenti a una realtà lontana dalla nostra. Eppure il Ticino è terra di passaggio tra l’Italia e il nord Europa: da qui coloro che sbarcano sulle coste italiane passano per raggiungere altre mete o magari per sostare per un certo periodo. Abbiamo ascoltato la voce di due donne ticinesi che da anni operano sul territorio per cercare di restituire quella dignità che spesso chi è costretto a fuggire si scorda di avere; donne che con gesti semplici cercano di comprendere i loro bisogni e aiutarli concretamente nelle piccole grandi cose.

L’associazione DaRe

«Diritto a Restare » è questo il significato dell’acronimo «DaRe», nome dell’associazione fondata nel 2016 da Lara Robbiani Tognina, che nasce inizialmente con l’obiettivo «di raccogliere vestiti, scarpe, articoli per l’igiene personale da distribuire agli ospiti dei centri di accoglienza per profughi a Milano, Como e in varie località del Ticino», ma che in realtà oggi fa qualcosa di molto più grande. Tutto nasce intorno al 2014, quando, come ci spiega Lara Robbiani, «le morti nel Mediterraneo iniziavano a fare notizia. In quel periodo mia figlia si occupava di migrazione e dai suoi racconti e dalle immagini trasmesse in tv è nato in me un desiderio impellente di fare qualcosa: ho così iniziato a raccogliere vestiti da portare alla stazione centrale di Milano dove i volontari li distribuivano alle persone che arrivavano senza nulla e che poi proseguivano il loro viaggio». Presto Lara inizia ad operare anche in Ticino, esattamente «nei 17 alberghi sparsi nel Cantone che accoglievano migranti e necessitavano aiuto». Lara si avvicina così alla realtà dei migranti, li incontra individualmente e chiede loro di cosa necessitano provvedendo alle richieste personalmente: «Fin dall’inizio, i vestiti erano una scusa per entrare in relazione con le persone – ci dice – : lo scopo non è mai stato quello di sostituirsi alle organizzazioni. Ci siamo resi conto che attraverso l’abbigliamento potevamo restituire un senso di dignità a queste persone fuggite dalla loro terra senza nulla: era un modo per farli sentire nuovamente persone e non parte di una grande massa».

Lara Robbiani Tognina

Dopo anni in giro per i vari alloggi ad incontrare le persone, Lara insieme ai suoi volontari fonda l’Associazione DaRe con sede a Bellinzona, riconosciuta e sostenuta dal Cantone. Da quel momento, come se fosse un negozio, ogni mercoledì arrivano le persone per prendere i vesti gratuitamente: «Stando con loro a stretto contatto – continua Lara – abbiamo capito quali erano gli altri bisogni materiali, come l’arredo della casa, oppure le lezioni di italiano o attività di vario genere». Oggi la distribuzione dell’abbigliamento (una volta al mese) è solo il contorno delle tante proposte che avvengono nella sede dell’Associazione: «Il mercoledì mattina è possibile fare lezione di italiano e il pomeriggio vi sono diverse attività come l’assistenza sanitaria con alcuni medici volontari, attività per i bambini, oltre ad attività di sartoria e proposte di formazione varie, concerti e spettacoli ». Il centro è aperto a tutti ed è diventato così un luogo che accoglie le tante culture e che diffonde cultura attraverso una «integrazione trasversale », ovvero «ognuno insegna qualcosa all’altro della propria cultura», spiega Lara che attualmente è impegnata con gli esami federali per diventare a tutti gli effetti «specialista nelle migrazioni». Ma chi frequenta il centro? «Specialmente durante la pandemia, ma ancora oggi, abbiamo tante famiglie ticinesi. Attualmente numerosi sono gli ucraini, perlopiù donne. Ultimamente, inoltre, abbiamo notato l’arrivo di tante famiglie afghane e curde». Per info: associazionedare.ch

Il volontariato di Beatrice

Da Bellinzona a Novazzano dove, da più di dieci anni, Beatrice Brenni opera come volontaria con i richiedenti asilo alloggiati al centro «Pasture». Ogni mercoledì pomeriggio, all’oratorio, accompagnati dall’assistentespiritualeMarcelMattana arrivano circa una trentina di rifugiati per trascorrere qualche ora di svago in un luogo di pace. «Sono perlopiù piccole famiglie e tanti minori non accompagnati», ci spiega Beatrice. «È bello stare con loro e mettersi a disposizione, accogliendo le loro richieste. Lo scopo di questa mia attività di volontariato è portare un sorriso in un momento molto delicato della loro vita, in cui sono in attesa di poter continuare il loro viaggio. In quelle due ore si lascia fuori la politica e le divisioni per stare realmente con loro e dare spazio alla bellezza dell’incontro ». Settimana dopo settimana, Beatrice incontra sempre persone nuove: «Mi capita raramente di rivedere le stesse persone per due settimane di fila: quando accade capiamo che c’è qualche inghippo nella loro pratica che non sta andando avanti come dovrebbe ». Una relazione che si esaurisce dunque in un pomeriggio: «Mi è capitato di lasciare il mio numero per un appoggio in più, ma non sono mai stata richiamata. La loro è una vita nel vortice».

Beatrice Brenni

Lara e Beatrice due donne che, ognuna a suo modo, spendono le loro energie e il loro tempo per i migranti, una realtà «che ancora divide: non solo nella società ma anche in famiglia o nelle amicizie c’è chi è pro e chi è contro», conclude Beatrice.

Un evento dedicato ai bambini organizzato a casa DaRe a Bellinzona in occasione del Natale
5 Aprile 2023 | 06:21
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