Don Luigi Epicoco e mons. Grampa durante la conferenza di sabato 20 aprile all’Elvetico.
Ticino e Grigionitaliano

Don Epicoco a Lugano: i ministeri laicali «sono il bosco che cresce in silenzio, sono un modo nuovo per rispondere a Cristo»

di Corinne Zaugg

È una delle punte di diamante dell’editoria cattolica. E con «Il Padre nostro», «La scelta di Enea» e «Le affidabili», per citare solo alcuni dei suoi best-seller, è rimasto a lungo nella classifica degli autori di spiritualità più venduti in Italia. Parliamo di don Luigi Maria Epicoco (classe 1980) che ricopre anche l’incarico di assistente ecclesiastico del Dicastero vaticano della comunicazione ed è anche direttore all’Aquila della «Residenza universitaria san Carlo Borromeo» ricostruita dopo il terremoto del 2009. Un personaggio a tutto tondo, quindi, invitato da don Sergio Carettoni, nell’ambito del cammino dei ministeri laicali che ha avuto lo scorso 20 aprile all’istituto Elvetico di Lugano, una sua giornata di studio.
Davanti ad un centinaio di persone, la maggior parte impegnata personalmente nel cammino, don Luigi ha sostanzialmente toccato il tema della centralità dei laici all’interno della Chiesa cattolica di oggi. «Stiamo vivendo un tempo bellissimo, ha esordito, dove Dio ha affidato a noi la crisi che stiamo attraversando. La realtà cristiana continua, infatti, a trovare modi per riformare la Chiesa nel segno dei tempi». Uno di questi modi è quello dei ministeri laicali, che da un lato possono essere letti come un rivolgersi ai laici per far fronte alla mancanza di vocazioni, ma dall’altro possono anche rappresentare una grande occasione. Don Epicoco ha poi dato una lettura dell’esperienza cristiana a partire dai ministeri. «Perché siamo Chiesa? – ha chiesto – Per fare delle cose o per rendere concreto l’amore di Dio?». Se la nostra risposta è quest’ultima, allora si passa da un atteggiamento «predatorio» ad uno «donativo». Nel senso che i ministeri non sono fatti per riempire un posto nuovo, ma nascono dal desiderio di donarsi. Sono il bosco che cresce silenziosamente in una Chiesa dove fanno più rumore gli alberi che si schiantano. «I ministeri laicali sono un modo nuovo e attuale per rispondere a Cristo».

Ma come riuscire a trasmettere ad altri l’esperienza dell’amore di Dio? Attraverso l’ascolto della Parola: già lo diceva San Paolo. L’invito di don Luigi è, pertanto, quello di un approccio direttamente attraverso una lettura, anche personale, della Bibbia. Perché, ha continuato don Luigi «la parola di Dio ti tira fuori dal tuo buio». Dalla Parola, don Luigi è poi passato ad analizzare la liturgia, constatando la presenza di uno iato tra questa e la nostra vita, sottolineando il tema della presenza di Dio («Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo», Mt 28-20) e dell’attualità della liturgia («il tempo di Dio è il presente»). Per approdare, infine, all’esperienza del/della catechista, raccontando l’episodio degli Atti, cap. 8 in cui un angelo parlò a Filippo. «Ecco, ha detto don Luigi, il catechista è colui che «veduto il carro, lo rincorre e sale al fianco di coloro che vi stanno sopra, per mettersi a parlare con loro facendo nascere in loro il desiderio di Cristo, per poi…sparire dalla loro vista». Catechista è colui che sa fare questo».
L’incontro, dopo il pranzo in comune è poi proseguito anche nel pomeriggio con un intervento di Lara Allegri, presidente dell’Azione Cattolica ed infermiera e di Stefano Frisoli, direttore di Caritas Ticino. Ad oggi, nella diocesi di Lugano, gli uomini e le donne in cammino lungo il percorso dei ministeri laicali, sono 83. Di questi, il 10-15% prosegue successivamente verso il diaconato permanente. Un percorso, ad oggi, riservato ai soli uomini.

Don Luigi Epicoco e mons. Grampa durante la conferenza di sabato 20 aprile all’Elvetico.
26 Aprile 2024 | 14:45
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