Ticino e Grigionitaliano

Domenica 21 maggio 2023: commento ai Vangeli

Calendario romano: Anno A / Gv 17,1-11a/VII Domenica di Pasqua

Un cuore solo, Dimora dello Spirito

di Dante Balbo*
Siamo rimasti in pochi a celebrare l’Ascensione al posto giusto, cioè 40 giorni dopo la Pasqua e questo ci permette di godere della Settima domenica del tempo pasquale, qui in Svizzera. Dopo che Gesù è salito al cielo, ha chiesto ai suoi discepoli di restare a Gerusalemme, finché non verrà il Consolatore, nella domenica di Pentecoste. Gli Apostoli e i discepoli erano stretti attorno a Maria, che dello Spirito aveva un’esperienza diretta e irripetibile, l’unica a conoscerlo prima di tutti, che lo aveva cullato nel Figlio, in Lui lo aveva visto sbocciare, con Lui lo aveva visto vincere la morte. La venuta dello Spirito avrebbe da lì a pochi giorni cambiato completamente la vita della Chiesa, si sarebbe stabilito nel cuore dei credenti e per mezzo loro anche in quello di tutti coloro che sarebbero venuti dopo, fino a noi. La presenza dello Spirito Santo può essere confusa con un’esperienza intimistica, quasi fosse un fatto privato, personale, da trasmettere di bocca in bocca, di cuore in cuore. Questo è vero, anzi, è la rivoluzione che Gesù ha portato nel mondo, in cui gli adoratori adoreranno Dio in Spirito e verità, ma è solo una parte di quello che lo Spirito opera in noi. Il Vangelo della settima domenica ricolloca l’esperienza della venuta del Paraclito in un altro momento straordinario della vita di Gesù e dei suoi: l’ultima cena, con la preghiera del maestro, estesa ai credenti di ogni tempo. Per questo la prima lettura inserisce un dettaglio essenziale nel vissuto dei discepoli che aspettavano lo Spirito: erano concordi. In altre parole erano unanimi, orientati insieme verso il dono che avrebbero ricevuto. Lo Spirito che riceviamo viene ad abitare in noi attraverso il Battesimo, un dono della chiesa Madre, non solo dei nostri genitori che ci hanno portato al fonte battesimale. Lo Spirito prende casa in noi se stiamo concordi nel cenacolo dove la Chiesa si rigenera. Questo è il mistero magnifico del dono di Pentecoste: siamo intimamente rinnovati, ma nel cuore della Chiesa.

*Il Respiro spirituale di Caritas Ticino su TeleTicino e YouTube

Calendario amrbosiano: Anno A / Lc 24, 13-35 / VII Domenica di Pasqua

Dalla fiducia alla speranza con la parabola di Emmaus

di don Giuseppe Grampa

Quanto ci somigliano i due di Emmaus! Conosciamo il nome di uno dei due, Cleofa e potrebbe essere davvero il protettore dei delusi, dei disperati. Sulla strada sempre più invasa dall’oscurità, c’è uno sconosciuto viandante che si affianca a noi e fa strada con noi. Ancora una volta è Gesù che viene a cercare e a salvare chi sfiduciato fa ritorno al passato. La compagnia di Gesù, anche se non riconosciuto, ridona lentamente fiducia: la sua parola apre l’intelligenza e aiuta a capire il groviglio dell’esistenza, soprattutto il nodo oscuro della sofferenza e della morte. E da quei cuori invasi dalla sfiducia e dall’amarezza sgorga una preghiera, una accorata e dolcissima invocazione: «Resta con noi Signore perché si fa sera e il giorno declina». È questa la prima preghiera che dai discepoli sale al Signore risorto. Anche questa è una preghiera da ricordare per le ore buie e difficili della vita. E poi nel calore della casa il gesto umanissimo dello spezzare il pane rivela la misteriosa presenza del Signore. Questo gesto non è solo quello conviviale del prendere insieme il pasto. A Emmaus Gesù dona ancora se stesso, come in ogni Eucaristia. La pagina di Emmaus non è così solo parabola della condizione di ognuno di noi che dalla sfiducia viene alla speranza: questa pagina ci svela il volto della Chiesa, comunità di discepoli. Attraverso la sua parola e il gesto dello spezzare il pane, i discepoli hanno la certezza della presenza del Signore.
Infine, un ultimo prezioso messaggio. Appena riconosciuto il Signore nello sconosciuto compagno di viaggio, senza indugio i due lasciano la cena non ancora consumata e tornano a Gerusalemme per dire agli altri discepoli: il Signore è vivente, noi l’abbiamo incontrato. Anche se l’ora è tarda, la strada buia e lunga non si può non tornare per comunicare la grande e buona notizia: l’uomo della croce è risorto, è vivente.

20 Maggio 2023 | 06:48
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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