Migranti a Como (foto d'archivio).
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Campagna della Cei per i migranti. Liberi di partire liberi di restare

Un’iniziativa straordinaria che si sviluppi su un livello «culturale e pastorale» riguardo ai fenomeni migratori e che costituisca un’occasione di «finanziamento e realizzazione di progetti mirati e concreti». Sono gli obiettivi di «Liberi di partire, liberi di restare», la campagna che la Conferenza episcopale italiana (Cei) avvia in questi giorni sul tema delle migrazioni, dopo essersi impegnata durante l’anno giubilare per il «diritto a rimanere nella propria terra» riuscendo «a mobilitare in modo significativo l’attenzione di molte comunità cristiane in particolare e dell’opinione pubblica in generale».

Tuttavia, si legge in un comunicato della Cei, «le problematiche di fondo legate ai crescenti flussi migratori nel mondo restano inalterate sia dal punto di vista concreto, sia dal punto di vista della percezione di tali fenomeni a livello culturale, mediatico, sociale». In questo senso, «i grandi flussi migratori in atto, senza alcuna tutela dei diritti umani fondamentali, vanno a inserirsi in una crisi internazionale ed europea sempre più pesante», prosegue la nota, nella quale si sottolinea che «i migranti sono diventati spesso «merce di scambio» per scopi politici o per baratti governativi».

Ne consegue che «accogliere i migranti non è sufficiente ma occorre un approccio culturale, politico e pastorale ampio», afferma la Cei, secondo cui «è necessario allargare le strategie di intervento, anche le nostre, includendo un’attenzione e una progettazione a partire dalle realtà locali nei paesi di origine, in quelli di transito e in Italia, che si vada ad aggiungere in modo organico a quanto già si sta facendo».

Tra i beneficiari privilegiati vi saranno i migranti minorenni e le loro famiglie, le vittime di tratta e le fasce più deboli delle popolazioni. Verranno coinvolti gli organismi competenti (Ufficio interventi caritativi a favore del terzo mondo, Caritas italiana, Migrantes, Missio, Apostolato del mare), le realtà ecclesiali attive (istituti missionari, congregazioni, associazioni e movimenti, cooperazione fraterna e internazionale) mentre verrà data centralità alle Chiese locali.

I progetti, infatti, «verranno realizzati in primo luogo nei dieci paesi di maggior provenienza dei minori — spiegano i promotori — con un’attenzione prioritaria all’Africa. Considerando le rotte migratorie, un secondo livello saranno i paesi del Nord Africa, luoghi di transito e di continue sofferenze dei migranti in generale e dei minori in particolare». Inoltre, «un terzo livello progettuale vedrà coinvolte le realtà ecclesiali attive nell’accoglienza e nella cura dei minori migranti in Italia a partire da quelle più vicine ai porti di sbarco degli stessi».

Tra gli ambiti prioritari di intervento vi saranno in particolare «l’educazione e la formazione (anche professionale), l’informazione in loco, progetti di carattere sociale e sanitario, progetti in ambito socio-economico per la promozione di opportunità lavorative», accompagnamento ai rientri di coloro che intendono volontariamente procedere in tal senso.

La cifra messa a disposizione dalla Conferenza episcopale sarà di trenta milioni di euro, tratta dai fondi dell’8xmille, e una progettualità che si svilupperà lungo un triennio.

(Osservatore Romano)

Migranti a Como (foto d'archivio). | © catt
30 Marzo 2017 | 12:01
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