Aula sinodale.
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Briefing Sinodo: la Chiesa sia «rete di accompagnamento» per i giovani

«Ascolto, empatia e pietre scartate»: sono state queste le parole maggiormente pronunciate nel corso delle ultime congregazioni della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». A riferirlo, durante il briefing in Sala Stampa Vaticana, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione e presidente della Commissione sinodale per l’informazione. Nel corso della terza e quarta congregazione generale sono stati toccati i temi della paternità e della maternità, la questione della castità e la teoria del gender, così come le sfide dell’era digitale, tanto da parlare di «bulimia dei mezzi e anoressia dei fini». «I giovani», ha precisato Paolo Ruffini, «si sentono vittime di una società fondata sulla menzogna» e chiedono di «essere ascoltati e non semplicemente sentiti», di essere «presi sul serio».

La vergogna della Chiesa per gli abusi commessi

Intensa la testimonianza di mons. Anthony Colin Fisher, Padre sinodale eletto dalla Conferenza episcopale d’Australia e arcivescovo di Sydney, che ha nuovamente e personalmente chiesto perdono per la vicenda degli abusi. «Noi avremmo dovuto assicurare che la Chiesa fosse il posto più sicuro per i bambini», ha detto il presule ai giornalisti, «proviamo vergogna per quanto è successo». «Ci sono tanti giovani ed ex giovani, feriti», ha aggiunto, persone la cui fiducia è stata tradita: «la Chiesa deve parlare a loro e non di loro, come se fossero un fenomeno».

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5 Ottobre 2018 | 17:22
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