Svizzera

Berna: l'appello dei parlamentari a «coltivare l'amore»

I parlamentari federali sono stati invitati, lo scorso 2 dicembre, a prendere parte a una celebrazione ecumenica in occasione della nuova legislatura.

«Amore». Una parola spesso pronunciata in contesto ecclesiale, ma secondo la ginevrina Lisa Mazzone, troppo poco usata sotto la cupola del palazzo federale. Per la giovane deputata dei Verdi, l’amore è in effetti all’origine del percorso di molti parlamentari, che li ha aiutati a sviluppare un senso di rispetto per il prossimo e una coscienza accresciuta della collettività.

Un discorso fatto in occasione di una celebrazione ecumenica che, oltre a diversi deputati, ha coinvolto diversi membri delle principali confessioni cristiane della Svizzera, membri a loro volta della Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Svizzera (CTEC), organizzatrice dell’evento. Ad accompagnare gli interventi, dei pezzi suonati all’organo e dei canti corali della Chiesa ortodossa serba di Berna. Un ambiente di armonia e comunione in una diversità che si rifletteva sui colorati vestiti dei partecipanti.

Lisa Mazzone, continuando nella sua prolusione, a ricordato che «amarsi non vuol dire far sparire le differenze, ma far spazio all’altro e alla sue opinioni, al fine di poter lavorare assieme» e questo anche in politica. A sua volta, il consigliere nazionale Alex Kuprecht ha rilevato l’importanza di preservare, anzitutto, le acquisizioni della Svizzera in materia di sicurezza e prosperità. Ha sottolineato l’importanza verso questi aspetti della gratitudine per le generazioni precedenti di politici che ci sono impegnati in tal senso.

Barbara Hallensleben, prof.ssa di teologia all’Università di Friborgo, ha invece ricordato che giustizia e pace non potrebbero essere «complete» senza che esse siano accessibili a tutti. «I cristiani, dal canto loro, hanno cambiato l’ordine del mondo con la preghiera e l’azione». La deputata ha ricordato il primo incontro ecumenico europeo «Pace e giustizia», tenutosi a Basilea nella settimana di Pentecoste nel 1989. 700 delegati e rappresentanti dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, impegnati tra l’altro nelle manifestazioni di rivolta che avrebbero contribuito alla caduta del muro di Berlino. Il documento finale di questa assemblea aveva giustamente sottolineato che «non si può avere della giustizia e della pace, senza che queste siano per tutti e poi che non può esserci pace tra i popoli senza che ci sia pace con la natura». Nelle difficoltà, sempre secondo Hallensleben, i parlamentari non sono soli: «non ci sono né uomini, né donne, né cristiani, né musulmani né PDC né UDC, né socialisti, né liberali o Verdi. Siamo tutti uniti nella speranza e per il bene comune».

Barbara Hallensleben | © B. Hallet

cath.ch/red

4 Dicembre 2019 | 12:15
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berna (15), Ecumenismo (173), Parlamento (2), svizzera (541)
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