Bellinzona: il vescovo Alain ha incontrato la Rete pastorale Madonna delle Grazie

Dopo l’incontro del 16 ottobre scorso, a Besso, tra il vescovo Alain  e i rappresentanti dei Consigli Pastorali delle Reti della diocesi di Lugano, un animatore e un laico in particolare per ogni Consiglio Pastorale delle 24 Reti territoriali e delle 5 di settore, lunedì 4 dicembre 2023, mons. de Raemy è stato ospite di una delle due Reti di Bellinzona, quella Madonna delle Grazie, che riunisce rappresentati laici della sponda del Ticino, lato Bellinzona. L’incontro è avvenuto all’oratorio di Bellinzona Collegiata. In tutto hanno partecipato una ventina di laici accompagnati da don Michele Cerutti, cappellano dell’ospedale San Giovanni e animatore della Rete. Presenti anche due responsabili di parrocchie: don Lorenzo Bronz, parroco di Arbedo e padre Giambattista Rosa, curato della comunità del Sacro Cuore. Tra i temi emersi nel franco dialogo con il vescovo Alain, ci sono state anzitutto le sfide pastorali espresse dai laici stessi, tutte persone impegnate a livelli diversi nel tessuto sociale di Bellinzona.

Carità, iniziative di preghiera, formazione online e sfide urgenti

C’è chi ha sottolineato diverse urgenze legate alla carità verso i locali indigenti, persone in difficoltà psichica, giovani fragili, ma anche progetti più distanti geograficamente, come gli aiuti che l’Associazione del Giardino dei Bambini di Bellinzona invia verso Siria e Moldavia in particolare. Una Rete quindi attiva dal punto di vista della carità. Ma anche diverse sono state le iniziative di preghiera. Significativa pure la testimonianza di due laici di Giubiasco impegnati nella Rete che hanno dato vita nei mesi scorsi a un Rosario per la pace, itinerante. Tra le altre iniziative ci sono gli esercizi spirituali ignaziani online, guidati da un gesuita di Milano ai quali sono iscritti 18 partecipanti del Bellinzonese, attività questa sorta in collaborazione con i progetti di nuova evangelizzazione di don Gabriele Diener. Il vescovo ha ascoltato con attenzione le testimonianze dei laici, esortandoli a mettere in comune attitudini e doni diversi, a partire proprio anche dalle singole formazioni e esperienze professionali dei partecipanti. Come è emerso da una domanda, oltre alla carità e alla preghiera, una sfida su cui occorrerebbe riflettere nel Bellinzonese è quella di una spiritualità adeguata a questo tempo, capace di intercettare la vita della gente. E la questione di giovani. All’incontro sono state presentate delle esperienze, come il gruppo del «clandestino» di Comunione e liberazione, bella iniziativa ma che non raggiunge tutti i ragazzi.

«Flessibilità» nella composizione dei Consigli Pastorali di Rete

C’è stato anche tempo per chiarire alcune domande su storia, struttura e senso delle reti, che ricordiamo sono un progetto sviluppatosi a tappe che viene da lontano, da mons. Corecco e mons. Grampa, con una prima creazione delle zone pastorali che mons. Lazzeri ha trasformato in Reti. Il vescovo Alain ha sottolineato la massima libertà possibile nella composizione dei Consigli pastorali di Rete che dovrebbero esprimere la vita e i bisogni di ogni singola Rete, quindi laddove c’è necessità, come a Bellinzona, di una presenza di parroci o di una rappresentanza qualificata degli stessi nel Consiglio di Rete, ben venga che questi rappresentanti ci siano e che il Consiglio pastorale di Rete incontri i parroci. Il vescovo, ma anche buona parte dei presenti, hanno messo l’accento sulla necessità di incontrarsi insieme, laici e preti, per confrontarsi e condividere idee e progetti, per un interscambio fecondo. Le Reti sono un progetto in divenire, in diverse parti della Diocesi sono ben strutturate e camminano lestamente, altrove sono ancora all’inizio. Sono ambiti di incontro, luoghi di condivisione di idee, domande, bisogni e possibili risposte che arrivano da questa condivisione di talenti, mezzi e suggestioni.

(CV)

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