L'Enciclica  Laudato Si' di papaFrancesco.
Commento

Alla scuola della Laudato si' per capire il rapporto tra uomo e creato

È la relazione tra uomini e animali a essere superata rispetto alla tradizionale visione antropocentrica proposta finora dalla Chiesa. «Oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature», sostiene nella Laudato si’ Francesco, che pur confermando al primo posto la compassione per gli esseri umani, mette in guardia dall’indifferenza e dalla crudeltà verso le altre creature«Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone». A questa svolta, come sempre nella storia della Chiesa, si arrivati è arrivati per gradi nel corso degli anni. E per ricchezza e varietà di basi teoriche, questa evoluzione del Magistero sul tema del rapporto tra uomini e animali si intreccia strettamente con la visione in senso lato economica del creato. «La svolta è culturale e di esegesi – evidenzia a Vatican Insider Cristiano Colombi, docente di Economia politica alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino e all’Università salesiana di Roma –. Il rispetto del Creato parte dal rispetto del giardino dell’Eden in Genesi: il «dominio» sulle sue creature è vincolato al rispetto delle sue regole. Abbiamo il potere di dominare la Terra, ma non di depredarla e distruggerla. Anche in questo senso si può interpretare la disobbedienza e la cacciata». E, prosegue Colombi, «ogni volta che ci percepiamo come padroni della natura e degli altri uomini riproduciamo quel peccato di superbia, che è corsa al potere contro l’ambiente, il prossimo e Dio che è presente in essi».

Il contributo dell’Ecologia integrale sviluppata in America Latina

A questa nuova visione, secondo l’economista, «ha contribuito sicuramente la visione di «Ecologia Integrale» sviluppata in America Latina che ha legato la cosmologia dei popoli originari, basata sull’armonia con la Madre Terra, con la scelta preferenziale per i poveri ed il loro ruolo nella costruzione del Regno». Questa fusione di sensibilità, precisa Colombi, è «ben rappresentata nelle ultime opere di Leonardo Boff, da «Grito da Terra, grito dos pobres» del 1995 (formulazione ripresa nella Laudato si’) fino a «A opção-Terra» del 2008». Ma anche «in esperienze pastorali, come la lettera «Danos hoy el Agua de cada día»(2011) del vescovo di Aysén, monsignor Luis Infanti De La Mora, che denuncia il depredamento delle fonti d’acqua nella Patagonia cilena, «anticipando» il metodo seguito nella Laudato si’ di partire dai dati della realtà».

La novità è l’approccio globale alla questione del creato

Un lungo cammino che parte da lontano, quindi. «Nell’enciclica Laudato si’, cosi come nel magistero della Chiesa, l’uomo rimane custode del Creato in tutte le sue forme – afferma a Vatican Insider Cristiana Buscarini, docente di Economia aziendale all’Università degli Studi di Roma Foro italico – Custode e non padrone assoluto che dispone della Creazione a suo uso e consumo in modo indiscriminato come si sta comportando l’homo oeconomicus. Custode vuol dire invece che opera con coscienza per la tutela e la cura della creazione sapendo cioè discriminare ciò che è buono da ciò che non lo è e, quindi, agendo con responsabilità attento agli effetti nel breve e lungo tempo del proprio agire».  Quindi, aggiunge l’economista, «nulla di tutto ciò è nuovo, come del resto suggerisce il titolo che papa Francesco ha scelto per l’enciclica». Invece, «nuovo è il bisogno di ricordarlo ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà in quanto si è persa la concezione sacra del Creato e il legame dell’uomo con esso».

La reale novità dell’Enciclica rispetto alla dottrina sociale precedente sta nell’indicare per la prima volta in modo chiaro e sistematico l’interconnessione esistente tra difesa dell’ambiente, ecologia umana, cambi climatici, migrazioni, guerre, povertà, sistema economico-finanziario. Senza un approccio globale che tenga conto delle connessioni tra questi problemi, sarà difficile se non impossibile perseguire soluzioni efficaci. 

 

Nell’enciclica Laudato si’ viene messa in discussione l’idea dell’uomo padrone di un creato da sfruttare, per insistere invece su quella dell’uomo custode del creato. Una concezione che convive senza contraddizioni con quanto affermato da Francesco nell’udienza del 14 maggio 2016 durante il Giubileo della Misericordia («Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani, e poi lasciano senza aiuto il vicino che ha fame»).  «Questa frase esprime a mio avviso solo il rammarico di Francesco per la mancata fraternità e solidarietà tra gli esseri umani precisa Colombi – I due ruoli di custode del Creato e fratello di ogni altro essere umano rimangono definiti e mai messi in discussione». Questa contraddizione è solo apparente, concorda Colombi, e invece «denuncia la contraddizione vera: nella visione in cui Dio è definitivamente unito a questa Terra e a tutte le sue creature, unendosi così al loro grido contro le ingiustizie, la sensibilità personale verso gli animali e gli altri uomini dovrebbe essere la stessa».

In questo, secondo Colombi, «risiede lo scandalo di chi soccorre il cane abbandonato ma non si volta di fronte al prossimo sofferente». Perciò «dovremmo esercitare la nostra solidarietà verso entrambe le ingiustizie tra cui non c’è contraddizione: è il concetto di integrazione che va tenuto presente: non ha senso scegliere tra alcuni abitanti della casa comune, usando indifferenza verso gli altri o verso la casa stessa». Così come «non ha senso accaparrare risorse impedendone l’accesso agli altri o degradando l’ecosistema che è la casa di tutti».

fonte: vaticaninsider

L'Enciclica Laudato Si' di papaFrancesco. | © vaticanmedia
15 Novembre 2018 | 06:30
Tempo di lettura: ca. 3 min.
ecologia (35), Papa (1256)
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