Addio a Michael Lonsdale, fu frère Luc in 'Uomini di Dio'

È morto all’età di 89 anni Michael Lonsdale, attore franco-britannico noto per la sua interpretazione – tra i molti ruoli ricoperti in carriera – di frère Luc Dochier nel film ‘Uomini di Dio‘. La pellicola, presentata nel 2010, raccontava la storia dei monaci di Tibhirine, sequestrati nel marzo 1996 in Algeria da un gruppo di estremisti islamici e morti nel maggio dello stesso anno.

In «Uomini di Dio», Lonsdale interpretava il membro più anziano del gruppo: frère Luc Dochier faceva parte dell’ordine dei cistercensi ma non aveva professato i voti religiosi, scegliendo di far parte dell’ordine come laico e di continuare così a esercitare a tempo pieno la sua professione di medico. I monaci avevano scelto liberamente di non abbandonare l’Algeria, sebbene le violenze da parte di estremisti islamici si stessero intensificando. Di questa sua interpretazione, l’attore affermava che fosse stato «uno dei suoi ruoli più belli»: in una bellissima intervista del 2010 al magazine francese La Vie affermava che frère Luc era un uomo «di pura generosità», e che il film rappresentava «un’oasi di bontà».

Nella sua lunghissima carriera, iniziata nei teatri di Parigi fin dagli anni Quaranta e proseguita poi sul grande e piccolo schermo, Michael Lonsdale ha interpretato più di 200 ruoli. Artista poliedrico, figlio di madre francese e padre inglese, perfettamente bilingue, Lonsdale aveva anche studiato pittura e ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche. Tra i suoi film più famosi ci sono ‘Il nome della Rosa’, in cui era il machiavellico Abate Abbone di Fossanova; ma anche ‘Moonraker – Operazione Spazio’ (1979), dove interpretò Drax, il cattivo nemico di 007; e ‘Munich‘ (2005), diretto da Steven Spielberg. Lavorò per decine di registi di assoluto prestigio tra cui Orson Welles, François Truffaut, Louis Malle, Luis Buñuel, Ermanno Olmi, Jean-Pierre Mocky e Jean Eustache.

Michael Lonsdale si era convertito al cristianesimo all’età di 22 anni. All’epoca viveva proprio a Parigi, dove era entrato in contatto con teologi quali come Yves Congar, Marie-Dominique Chenu, Maurice Zundel. Arte e fede si intrecciavano nella vita di Lonsdale come espressioni della medesima libertà d’animo. Il suo percorso di fede è stato raccontato nel libro Dare un volto all’amore. Confessioni di un attore (Editrice Missionaria Italiana, prefazione di Dario E. Viganò), in cui Lonsdale scrive: «Quello che di più vero ho letto durante la mia vita è il Vangelo. La parola di Gesù è la più giusta, quella che maggiormente suscita vita. È sorgente di bontà e generosità tra gli esseri umani».

21 Settembre 2020 | 19:45
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