Il rito delle Ceneri
Ticino e Grigionitaliano

A Lugano le Ceneri con mons. Lazzeri per iniziare un tempo «prezioso di conversione»

«Dono di grazia, dono di salvezza è questo tempo che ci guida a Pasqua»: tempo prezioso aperto dal gesto austero, ma pure famigliare dell’imposizione delle ceneri, accogliendo il richiamo alla conversione che deve attraversare, come strada di impegno e di luce, l’intera nostra esistenza. «La voce del Signore ci chiama, ci invita nella sua fedeltà a rinnovare la nostra speranza, affidandoci a Lui», così il Vescovo Valerio Lazzeri ha salutato i fedeli, celebrando l’Eucaristia il «mercoledì delle ceneri» nella chiesa di Sant’Antonio a Lugano.

Ha aperto l’omelia con domande chiare e incisive: «Da dove parte la Quaresima? Qual è il movente dei prossimi quaranta giorni prima di Pasqua?». Ha risposto sottolineando che «questo tempo speciale nasce dal bisogno di prepararsi alle cose importanti». Infatti «non facciamo fatica a capire che ogni tanto occorre fermarsi per correggere il tiro, migliorare, ricentrare gli obiettivi, rimettersi in carreggiata». Ecco così il dono «di un periodo di riflessione, di approfondimento delle motivazioni, di conversione e di impegno rinnovato».

Ricollegandosi alle letture proposte dalla liturgia ha sottolineato che «iniziamo la Quaresima perché ci rendiamo conto che Lui, il Signore, ci sta aspettando» e ci invita a «lasciarlo fare nella nostra vita», come precisava l’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto: «Lasciatevi riconciliare con Dio».

Tempo forte, tempo di grazia, tempo di conversione, nella consapevolezza che «non c’è Quaresima se non a partire dal cuore della fede cristiana, dal fiume di grazia che ha cominciato a scorrere dal fianco aperto di Cristo innalzato sulla croce, dal seme del perdono  e della riconciliazione  che Dio ha cominciato a spargere nella storia umana dal Calvario e da lì continua a diffondersi e a fruttificare». Soffermandosi su taluni strumenti classici della Quaresima, quali la preghiera, l’elemosina e il digiuno, Mons. Lazzeri ha sottolineato la «modalità nuova con cui il Signore ci chiede di adottarli», perché «la loro fecondità dipende totalmente dalla scoperta che essi ci permettono di fare : la forza dell’unico sguardo del Padre, che può liberare la nostra vita umana da ogni forma d’idolatria, di avidità, di manipolazione delle cose  e delle persone a nostro vantaggio». Soffermandosi sulle domande poste quest’anno da Sacrificio Quaresimale (»Che cosa mi nutre? Che cosa nutre il pianeta?), ha precisato che «ci convertiamo solo quando concretamente siamo disposti a porci questi interrogativi», mettendo «in discussione le nostre scelte, i nostri comportamenti automatici, il nostro banale e istintivo modo di pensare». Per questo «se vogliamo raccogliere buoni frutti, non possiamo disinteressarci dei buoni semi, di quei piccoli gesti quotidiani che ciascuno può porre per rompere la catena delle cattive abitudini, della superficialità, dell’indifferenza». È seguito così il chiaro invito «a fare buona accoglienza all’agenda della campagna di quest’anno e a tutte le altre iniziative di sensibilizzazione di questa importante realtà della Chiesa in Svizzera». Partendo infine dal passaggio del Vangelo di Giovanni, «se il chicco di grano , caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto», Mons. Lazzeri ha espresso un limpido augurio:  »Questa parola che riassume tutto il mistero pasquale di Gesù, morto  e risorto, ci accompagni in maniera privilegiata in questo tempo di grazia». Quindi l’imposizione delle ceneri. Gesto umile e sincero per esprimere l’accoglienza di questo tempo, da non sprecare, ma da cogliere e vivere quale preziosa strada di conversione verso la Pasqua. Prima della benedizione finale il Vescovo ha rinnovato l’invito, perché «questo tempo sia veramente vissuto in sincera profondità».

Gianni Ballabio

Il rito delle Ceneri
26 Febbraio 2020 | 22:43
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ceneri (7), quaresima (130)
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