I 300 padri sinodali nella chiesa di San Giacomo a Como.
Foto "Archivio Settimanale diocesi di Como"
Internazionale

A Como l'ultima fase del Sinodo diocesano. Ecco cos'è e come si svolge

Come già scritto sul nostro portale, domenica scorsa a Como è avvenuto il rito solenne di apertura della fase conclusiva del Sinodo diocesano. Ma cosa vuol dire in concreto? Per chiarirci le idee sulle varie fasi e sull’importanza di questo avvenimento per una diocesi abbiamo contattato Enrica Lattanzi, addetta stampa della diocesi di Como.

Come si è arrivati a questa ultima fase?

Nell’agosto del 2017 è stato indetto il Sinodo della diocesi di Como dal tema «Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio». Da allora ci sono state diverse fasi: prima di tutto è stato elaborato uno strumento di consultazione giunto poi a tutte le parrocchie e i vicariati della diocesi. In questo documento sono stati identificati cinque ambiti su cui riflettere, ovvero comunità cristiana, famiglia, giovani, poveri e presbiteri. Lo strumento, una volta analizzato e commentato dalle parrocchie e dai vari gruppi, è stato dunque riconsegnato alla commissione sinodale. La risposta è stata molto buona: si parla di migliaia di risposte arrivate alla commissione, analizzate e raccolte in singoli documenti (uno per ogni ambito).

Nel frattempo sono stati eletti i 300 padri sinodali (di cui 177 laici) che a partire dal 6 aprile scorso si sono ritrovati per leggere tutto il materiale raccolto e trasformarlo in 200 proposizioni, in seguito ulteriormente analizzate e confluite nell’Instrumentum Laboris.

Arriviamo dunque alla celebrazione di domenica scorsa…

Esattamente. È stato un momento celebrativo che ha visto la partecipazione dei 300 padri sinodali: la processione nel centro della città all’inizio della messa ha visto la presenza di laici e sacerdoti insieme, segno di una Chiesa che vuole camminare insieme. Altro aspetto importante, ripreso dal Concilio Vaticano II, è stata l’intronizzazione del Vangelo per indicare che la Chiesa si muove secondo lo Spirito del Vangelo. Infine, il giuramento dei Sinodali avvenuto dopo la professione di fede. Un momento toccante per diversi di loro che alla pronuncia della formula si sono resi conto della responsabilità che stavano prendendo nei confronti della diocesi.

La celebrazione di domenica nella Cattedrale di Como.

E adesso come si procede?

In questa ultima fase, i padri sinodali analizzeranno tutto l’Instrumentum Laboris, approfondendo ulteriormente i diversi temi. Da febbraio fino a novembre, i padri si ritroveranno una volta al mese per analizzare le proposizioni. Tutto il materiale raccolto nelle assemblee verrà poi consegnato al vescovo che ne farà poi un piano pastorale per il futuro della diocesi di Como.

Nell’omelia di domenica, mons. Oscar Cantoni, vescovo di Como, ha parlato di dare «attenzione ai segni dei tempi»…

Certo, perché l’idea non è quella di parlare di massimi sistemi, ma di ritrovare delle linee guida concrete per il futuro della diocesi. «Vogliamo essere una Chiesa – ha detto nell’omelia mons. Cantoni – che parla alla gente del nostro tempo e testimoniare la bellezza della vita cristiana».

Silvia Guggiari

I 300 padri sinodali nella chiesa di San Giacomo a Como. Foto «Archivio Settimanale diocesi di Como»
16 Gennaio 2020 | 20:57
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