Cristina Vonzun

Una semplice felicità

Cari naviganti, un paio di mesi fa  ero in vacanza in Engadina e preparavo gli Swisstrail di Davos correndo in quota oltre i 2000. In quei giorni avevo scaricato nello smarthphone un libro di un grande trailrunner, forse il più grande: Kilian Jornet (così si chiama).In una pagina del suo libro dal titolo un po’ estremo «Correre o morire» (ma lo si capisce se si legge) Kilian racconta dell’impatto che si ha con la natura, la bellezza, gli scenari unici del trailrunning in alta quota. Tra le cose interessanti c’è anche la constatazione della fatica che si fa a comunicare il nocciolo dell’esperienza che si vive lassù. Come se le emozioni belle, anche se descritte in tutti i modi a parole e poi vergate, contenessero comunque un’incomunicabilità di fondo. Ed è vero: c’è un nucleo che sfugge, come se restasse sempre un nocciolo riservato, a cui la stessa persona che ha vissuto queste esperienze non riesce a dare un nome. La bellezza, lo splendore che cogli in queste circostanze, è talmente affascinante da lasciarti in una sorta di ammirato stupore che tu stesso gusti ma non saprai mai trasmettere agli altri nella sua interezza. Tuttavia tu sai che quella cosa che hai vissuto è pienamente vera per te, ti resta dentro, ti costruisce e ti rimane come «certezza».Credo che all’incirca questa sia la dinamica anche della fede: quando fai l’incontro fondamentale della vita, per esempio capisci la tua vocazione o addirittura incontri per la prima volta Dio, probabilmente vivi qualcosa di totalmente vero e coinvolgente ma che pur comunicandolo a parole, testimoniandolo, mai riusciarai a esaurirne nelle tue spiegazioni il significato. È il Mistero di Dio che tocca il cuore dell’uomo. E la bellezza della natura, della dinamica sportiva di una gara perfetta o di un allenamento in cui corpo, anima e spirito si intrecciano per il credente sono un riflesso del Bello assoluto e ne trattengono anche le caratteristiche inesauribili del Mistero. La letizia che tu incontri in quel Mistero, che cogli e vivi dentro di te, resta il tuo tesoro prezioso, un tesoro di semplice felicità. Ognuno ha un luogo bello in cui scoprire e custodire quella semplice felicità a cui attingere quando la strada quotidiana va più in salita di quella di una gara verticale.

9 Ottobre 2017 | 11:29
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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