Laura Quadri

Dal chiostro del monastero al mondo: scritture femminili in dialogo con la società. Gli studi di Padre Pozzi sulla mistica

di Laura Quadri

La ricerca di testi preziosi e sconosciuti nei monasteri più remoti d’Italia coinvolgendo nel suo lavoro i propri studenti; quindi il loro studio attento e le lezioni universitarie a Friborgo, primo passo verso quella che sarà l’antologia di mistica femminile più celebre di tutto il secondo Novecento, edita nel 1988 per la casa editrice Marietti, assieme all’amico e studioso Claudio Leonardi sotto il titolo, emblema di un vasto repertorio, Scrittrici mistiche italiane. È in questa triplice dimensione – approfondimento, divulgazione, insegnamento – che si presenta oggi, per lo studioso interessato a meglio comprendere, a 100 anni dalla sua nascita, la figura del cappuccino e studioso padre Giovanni Pozzi e il suo rapporto con il genere letterario specifico della mistica femminile. Un rapporto che può oggi essere documentato anche grazie alle carte manoscritte, trasferite da Lucerna alla Biblioteca Salita dei Frati: gli appunti preparatori ai corsi accademici ma anche gli autografi delle ultimissime conferenze sul tema della mistica, a Bellinzona, al Bigorio, ad Assisi solo per citarne alcune. Una ricchezza che merita oggi di essere valorizzata e che getta nuova luce sul «metodo Pozzi» quanto allo studio di queste testimonianze. Lo stesso Leonardi, intervenendo al primo Convegno dedicatogli nel 2003, definì la mistica il tema della «maturità » del Pozzi, come effettivamente dimostra la data della prima pubblicazione a stampa riguardante queste scritture, il 1984, anno in cui egli pubblica una selezione delle Estasi della carmelitana fiorentina S. Maria Maddalena de’ Pazzi (Le parole dell’estasi). Da quella prima pubblicazione sarebbero seguite poi molte altre ma sempre con lo stesso obiettivo: attraverso questi testi spesso ignorati dagli storici, restituire, dopo secoli in cui a parlare furono invece i confessori e biografi di queste donne, la parola alle loro autrici in un costante dialogo con altri grandi studiosi di mistica del Novecento – il gesuita Michel De Certeau (1925-1986) in primis – e individuando, come elemento peculiare del proprio indirizzo di ricerca, anche quello di far emergere la profonda cultura delle scriventi: monache, religiose ma anche laiche abituate, nelle loro quotidianità, a frequentare figure di eminenti predicatori o a leggere e confrontarsi con testi di più alta teologia. Un approccio che innoverà radicalmente gli studi sulla mistica del secolo scorso, troppo spesso abituati a considerare la reintroduzione della clausura nelle comunità monastiche, voluta dal Concilio di Trento, come uno strumento di controllo sulle religiose. Le «mura» di questi conventi, per padre Pozzi, furono altro: lungi dall’essere simbolo di distanza dalla società, diventeranno il perimetro di un luogo, il Monastero secentesco, reso dall’esperienza mistica fecondo centro di scambi culturali, di dibattito, di contribuzione alle grandi questioni teologiche del secolo. «L’amore è vera conoscenza»; è alla luce di questa affermazione di S. Gregorio, a Pozzi tanto cara, che infine egli comprese il suo impegno: far risplendere nella loro complessità esperienza mistica ed espressività letteraria, manifestazione a loro volta  di un inteso rapporto di unione con Dio, tramato da bellezza – la bellezza di una parola quasi sussurrata – e intimità amorosa con il divino.

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25 Maggio 2023 | 14:41
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