Marko Ivan Rupnik.
Internazionale

«Smantelliamo le opere d'arte del prete accusato di abusi»: dalla Francia parte il movimento che tocca anche il caso Rupnik

Le opere d’arte di un religioso che si è macchiato di abusi e sono contenute all’interno di chiese, monasteri e cappelle dovrebbero essere rimosse per rispettare le vittime. E’ quello che sta succedendo in Francia, dove esistono manufatti artistici firmati da sacerdoti che hanno commesso reati sessuali e abusi di potere su vittime fragili. Il dibattito partito in sordina è ormai decollato e sta rimbalzando oltre i confini francesi. Tutto è iniziato a Charly, a sud di Lione, dove il sindaco di questa cittadina ha annunciato che le vetrate della chiesa saranno rimosse. All’origine di questa drastica decisione c’è la scoperta amara affiorata solo recentemente a seguito di indagini: l’autore dell’opera vetraria – il sacerdote Louis Ribes, morto nel 1994 – durante la sua vita si è reso responsabile di atti di pedofilia, insabbiati in varie circostanze dai suoi superiori.

Da più di un anno le sue vittime, tutte ormai adulte, chiedono la rimozione dei manufatti artistici dalle chiese della regione e così ha preso corpo una sorta di Cancel Culture in versione ecclesiale prendendo di mira il caso più macroscopico e abnorme che in questo periodo sta affiorando dentro la Compagnia di Gesù, rimbalzando in Vaticano. Il gesuita artista (famoso a livello internazionale) padre Marko Rupnik, accusato da numerose religiose e laiche di molestie e violenze, le cui opere d’arte ornano i maggiori santuari del mondo: Lourdes, San Giovanni Rotondo, la cappella del seminario al Laterano e persino la cappella mariana voluta da Papa Wojtyla dentro al Palazzo Apostolico.

Intanto il dilemma se lasciare o meno al loro posto i manufatti artistici di preti accusati di abusi resta un rovello. E’ giusto smantellare opere d’arte? In Francia la questione si sta facendo seria. Da più di cinque anni il collettivo delle vittime del sacerdote Louis Ribes insiste per la rimozione dei dipinti e delle vetrate di quest’uomo, conosciuto prima della sua morte come «il Picasso delle chiese». Dal 2021, almeno 60 persone lo hanno accusato di abusi sessuali e stupri commessi negli anni ’70 e ’80 nelle diocesi di Lione, Grenoble-Vienne e Saint-Etienne. Naturalmente la Chiesa ha riconosciuto i crimini, ma alcuni comuni tardano a rilasciare le opere, soprattutto per motivi finanziari. A Charly, a sud di Lione, il sindaco ha accettato di rimuovere le vetrate.

Il Messaggero/red

Il Ticino, nella cappella del monastero di Cademario gli artisti del «Centro Aletti» di Roma, sotto la guida di padre Marko Rupnik, hanno realizzato un mosaico absidale.

Marko Ivan Rupnik. | © vaticanmedia
7 Febbraio 2023 | 18:47
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