A refugee teacher walks home from a long day of classes in Gendrassa refugee camp in Maban. JRS trains teachers to help improve their skills in the classroom. (Angela Wells /Jesuit Refugee Service)
Internazionale

Il messaggio di Natale delle Chiese cristiane sud-sudanesi

È incentrato sulla speranza cristiana il messaggio natalizio del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan: speranza di pace, perdono e riconciliazione in un Paese martoriato da sanguinose guerre intestine, ma anche dalla povertà, dal dramma degli sfollati e da catastrofi naturali.

Un accorato appello alla pace

«La fede cristiana – si legge nel testo firmato, tra gli altri, da monsignor Paolino Lukudu Loro, arcivescovo cattolico di Juba – rivela nella liturgia del Natale il Mistero di Dio che viene, assume la nostra carne mortale e che nasce umile e povero per salvarci. Questo messaggio ci tocca profondamente, perché grande è la Sua tenerezza «. Oggi – prosegue il messaggio – mentre i venti dell’implementazione del Nuovo Accordo per la risoluzione del conflitto in Sud Sudan continuano a soffiare tra tanti ostacoli, il Natale ci invita focalizzare la nostra attenzione su questo segno che è Gesù Bambino e a vedervi i volti dei bambini e dei popoli che continuano a soffrire per la mancata implementazione del nuovo accordo di pace» (siglato nel 2018 ad Addis Abeba dal Presidente Salva Kiir, e dal leader ribelle Riek Machari, ndr). Di qui l’esortazione delle Chiese cristiane sud-sudanesi a pregare questo Natale il Signore per la pace, il risanamento delle ferite, il perdono e la riconciliazione e perché le parti in conflitto riprendano il dialogo e, con l’aiuto della comunità internazionale, trovino una soluzione negoziata che possa permettere una convivenza pacifica in Sud Sudan.  Gesù – ricorda ancora il messaggio – è anche nei volti delle popolazioni segnate dai conflitti che hanno insanguinato il Paese nei passati sei anni, delle vittime delle recenti alluvioni che hanno portato fame e malattie, degli sfollati , dei figli di genitori disoccupati e nei volti delle popolazioni minacciati da nuovi scontri armati e tensioni.

Una Pace che dia un futuro ai bambini

Preoccupata per il permanere delle ostilità, il Consiglio delle Chiese rinnova, in conclusione, il suo appello al dialogo, impegnandosi a lavorare con le forze politiche la pacificazione del Paese: «Uniamoci – è l’esortazione finale delle Chiese cristiane – per fare del 2020 un anno di pace e di speranza per il popolo del Sud Sudan, una pace che permetta ai bambini di andare a scuola con gioia, alle donne di vivere senza paura, ai rifugiati e agli sfollati di tornare a casa con dignità e ai leader di sedersi attorno a un tavolo per discutere il futuro del nostro Paese».  

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A refugee teacher walks home from a long day of classes in Gendrassa refugee camp in Maban. JRS trains teachers to help improve their skills in the classroom. (Angela Wells /Jesuit Refugee Service)
18 Dicembre 2019 | 15:26
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