Ticino e Grigionitaliano

Commento al Vangelo della XXVIII Domenica del Tempo ordinario

Calendario romano: Lc 17, 11-19

La sfida è la gratitudine, non solo la fede

La terra che ha abbracciato da protagonista le vicende della vita di Gesù è da sempre divisa. Dove oggi risiedono i confini della martoriata Cisgiordania, a nord, si trovava una delle antiche regioni della Palestina: la Samaria. Questo territoriomontuoso, tra la Galilea e la Giudea, aveva una forte valenza strategica: il suo nome, Shomron, significa infatti torre di guardia. Pur essendo una zona assolutamente centrale nelle vicende bibliche, i suoi abitanti non riscuotevano particolare successo tra i giudei: erano considerati degli idolatri. L’episodio di cui narra Luca in questa domenica parla di un miracolo importante: la guarigione di ben dieci lebbrosi, che però passa in secondo piano rispetto all’episodio che segue, di cui protagonista è un odiato (dai giudei) samaritano. Ne parlano davanti alle telecamere de «Il Vangelo in Casa» di Caritas Ticino in questa puntata, padre Marcelo Da Silva e Dante Balbo, ancora dalla Facoltà di teologia di Lugano, dove il presule brasiliano è assistente del rettore. «Gesù applica la legge: manda i malati dai sacerdoti invece di guarirli in piazza» esordisce padre Marcelo «la prima prova che chiede loro è infatti quella della fede nella sua parola». I dieci la superano, credendo e recandosi dai sacerdoti. Ma solo uno tornerà, superando quella della gratitudine, sottolinea Dante Balbo. «Nella società del tutto dovuto, ringraziare è importante » ricorda padre Da Silva «Abbiamo smesso di insegnare questo valore. Il samaritano disprezzato da tutti torna, mentre i giudei no. Gesù sottolinea così quella scelta: la fede provoca il miracolo, ma con la gratitudine si ottiene la salvezza eterna, perché permette l’incontro reale con il Salvatore ».

Cristiano Proia (Dalla rubrica televisiva Il Vangelo in casa di Caritas Ticino a cura di Dante Balbo, con padre Marcelo Da Silva, in onda su TeleTicino e online su YouTube).

Calendario ambrosiano: Mt 13,44-52

Il nostro Dio magnanimo è la perla preziosa

L’evangelo, lieta notizia dell’amore di Dio, ci raggiunge attraverso tre piccole parabole. E Gesù dice: Il Regno dei cieli è simile proprio a queste persone, contadini, mercanti, pescatori intenti al loro lavoro. La nostra quotidianità non è estranea al Regno anzi in esso già ci introduce. Le prime due parabole sono analoghe. Due uomini intenti al loro lavoro e per entrambi la sorpresa: trovare nascosto nel campo un tesoro, trovare sul mercato una perla. Bisogna, allora, disfarsi di tutto quanto si possiede e raggranellare il denaro per comprare il campo con il suo tesoro, acquistare la perla di inestimabile valore. Il Regno, l’amore di Dio: ecco il tesoro, ecco la perla. Gesù lo afferma con forza: cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia. Parola analoga risuona da millenni: Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri dèi accanto a me. Prima il Regno, prima l’Evangelo. E la terza parabola. Mi immagino alcuni discepoli di Gesù che ascoltandolo avranno guardato le loro mani segnate dal lavoro delle reti per la pesca. Si sottolinea come la rete raccolga ogni genere di pesci. Il Regno di Dio, il cuore di Dio è magnanimo, grande, aperto a tutti, nessuno escluso. L’evangelo deve essere annunciato a tutti, calato in tutte le culture, detto in tutte le lingue. Ma la conclusione sembra in contrasto con il gesto grande del pescatore che getta la rete. Ci sono, sulla riva del lago, pesci di buona qualità e pesci scadenti, da buttare. Il Giudizio che accompagna i nostri giorni e segnerà, defintivamente, l’ultimo giorno potrebbe suscitare in noi paura. Grande e terribile il Giudice che separa pesci di buona qualità da quelli scadenti. Eppure il Giudizio esprime rispetto per la nostra libertà. La nostra vita non è un copione già scritto e che dovremmo semplicemente mettere in scena. Proprio perché creati nella libertà siamo chiamati alla responsabilità cioè a rispondere di quanto ci è stato affidato. Giorno dopo giorno costruiamo nella fedeltà la nostra risposta all’amore di Dio.

Don Giuseppe Grampa

13 Ottobre 2019 | 06:50
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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