L'altare della Madonna delle Grazie nella Cattedrale di Lugano.
Chiesa

A Lugano la festa della Madonna delle Grazie

Da tantissimi anni nella terza domenica di maggio, si celebra a Lugano la festa della Madonna delle Grazie, invocata come Madre e Protettrice della città. In Cattedrale la cappella a Lei dedicata, fondata nel 1494 e ricostruita nel 1774, è legata all’adempimento del voto dei Luganesi percossi dal tremendo flagello della peste del 1473. Al centro della Cappella sta la pala del 1632, raffigurante i Santi Lorenzo e Rocco al cospetto della Madonna col Bambino, opera di Giovanni Battista Carloni di Rovio.
Un luogo sacro particolarmente legato alla vita della città, chiamato quasi a sottolinearne i momenti significativi nel succedersi degli avvenimenti, in uno scenario reso sovente inquieto da eventi politici e patriottici. Immediato il riferimento al Corpo dei Volontari Luganesi, costituito nel 1797. Questi uomini valorosi, respinto l’assalto cisalpino nella notte tra il 14 e il 15 febbraio 1798, fecero dono alla Vergine della loro bandiera, quale segno di devota gratitudine. La loro fedele e apprezzata presenza ogni anno per questa festività, intende proprio sottolineare e ricordare quell’evento, che ha segnato la storia della città.
Momento centrale della fedele ricorrenza è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Valerio. Con lui hanno concelebrato i Canonici Don Aldo Aliverti e Mons. Nicola Zanini, unitamente al cerimoniere vescovile Don Emanuele Di Marco. Il canto è stato guidato dalla Scuola Corale della Cattedrale diretta dal maestro Roberto Michaels.
«È bello in questo mese di maggio lungo il cammino verso la Pentecoste esprimere il nostro affetto a Maria, che nel cenacolo ha atteso il dono dello Spirito Santo in preghiera con gli apostoli», ha sottolineato Mons. Lazzeri, aprendo la celebrazione e richiamando la materna presenza della Madre di Dio nella Comunità di Lugano.
All’omelia, soffermandosi sul brano di Vangelo proclamato dal diacono, il Vescovo ha richiamato «il comandamento nuovo dato da Gesù ai suoi discepoli: amatevi gli uni gli altri». Essere cristiani, ha precisato Mons. Lazzeri, non è quindi una semplice affermazione, ma «una realtà manifestata dal nostro vivere ed essere questo amore», come precisato da Gesù. Ha ricordato che la prima Chiesa ha dato a questo amore il termine significativo di «agape», non riducibile ad un sentimento di simpatia, ma «da vivere come un movimento, un’esigenza che germoglia dal cuore», nella certezza che «questo amore è possibile se vissuto nella fede». È l’esperienza forte e sublime del «cielo nuovo» e della «terra nuova», proclamati nel passaggio dell’Apocalisse proposto quale prima lettura.
Al momento del congedo e prima della benedizione finale, Mons. Lazzeri, con riferimento alla festività celebrata, ha sottolineato «l’esempio di Maria per la nostra vita cristiana resa luminosa, vera ed autentica dal comandamento nuovo dell’amore lasciato da Gesù ai suoi discepoli».
Nel pomeriggio la preghiera dei Vespri ha suggellato questa preziosa giornata di speranza, fiducia e memoria.

G.B.

L'altare della Madonna delle Grazie nella Cattedrale di Lugano.
19 Maggio 2019 | 17:30
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