Il Papa dona 10 mila euro per i rifugiati yemeniti in fuga dalla guerra

Il Nunzio apostolico in Corea del Sud, mons. Alfred Xuereb, ha consegnato il dono in denaro di Papa Francesco per i rifugiati yemeniti che da qualche settimana vivono sull’isola coreana di Jeju. Si tratta di 10.000 euro che il Pontefice ha voluto offrire a mons. Peter Kang U-il, vescovo dell’isola per i bisogni delle persone assistite nella sua diocesi. La notizia è stata rilanciata dall’agenzia di stampa Yonhap. L’arcivescovo Xuereb era in visita a Jeju, proprio per rinnovare la solidarietà del Papa a mons. Kang, che ha sostenuto in ogni momento i rifugiati yemeniti sollecitando i sudcoreani a dimostrare tolleranza e carità in perfetta armonia con gli insegnamenti e i documenti del Pontefice riguardo a migranti e rifugiati, nel solco dei 4 verbi da lui dettati per fronteggiare il fenomeno migratorio: accogliere, proteggere, promuovere ed integrare.

500 persone in fuga dalla guerra

Gli yemeniti sono entrati in Corea del Sud utilizzando il programma che consente agli stranieri di entrare senza visti e di rimanere fino a tre mesi. Il loro arrivo improvviso ha sollevato preoccupazioni per la presenza di migranti economici e quindi sono sorte anche non poche polemiche. La situazione è preoccupante. Dallo Yemen oltre 500 persone finora hanno percorso 8mila chilometri raggiungere la salvezza in un’isola turistica della Corea del Sud.

«Siamo scappati dalla guerra per non essere uccisi, siamo venuti qui in pace per avere una vita migliore e sentirci al sicuro. In Yemen non ci sono più scuole o ospedali, non c’è acqua potabile» ha raccontato un profugo alla Bbc.

Mentre il governo esamina le domande di asilo ai migranti sono stati trovati dei lavori per mantenersi. Ma le chance che la domanda sia accettata sono molto basse: il 3%.
«Siamo persone qualificate, molti di noi hanno una laurea, possiamo dare il nostro contributo» dice ancora alla Bbc il rifugiato.

Ma in Corea del Sud non ha affatto gradito l’improvviso arrivo dei migranti. Lo scorso 30 giugno centinaia di persone hanno manifestato a Seul, chiedendo alle autorità di «cacciare i finti rifugiati», temendo il diffondersi del jihadismo e la perdita di posti di lavoro per i locali. Di qui l’importanza dell’incoraggiamento del Papa.

Agenzie/red

30 Luglio 2018 | 06:00
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