Due anni fa la morte di Padre Hamel: martire della Chiesa di oggi

Brutalmente assassinato da due ragazzi affiliati al sedicente Stato Islamico mentre celebrava la Messa nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray a Rouen nel nord della Francia. Così due anni fa moriva padre Jacques Hamel «uomo mite, buono, che faceva fratellanza», come disse nella Messa di suffragio, Papa Francesco, il 14 settembre del 2016 a Casa Santa Marta, davanti ai familiari del sacerdote 86enne e ai pellegrini giunti dalla Normandia insieme al vescovo di Rouen mons. Dominique Lebrun.

Iniziative laiche e religiose

Ieri a Rouen, a ricordarlo, una serie di iniziative religiose con la recita del Rosario, una piccola marcia silenziosa e una Messa  nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray celebrata dall’arcivescovo Lebrun nell’orario dell’assassinio di padre Jacques, le 9.00 del 26 luglio 2016. »Padre Hamel – ha detto all’omelia mons. Lebrun – irradiava con il suo esempio, l’esempio di un servitore fedele e discreto, nel cuore della famiglia, della sua parrocchia, nel cuore di questa città. Abbiamo accolto a sufficienza – ha chiesto il presule – ciò che Jacques Hamel voleva trasmettere? La tentazione è forte di voler reinventare la vita. È la tentazione dell’orgoglio». Intorno alle 9.55, dopo aver distribuito la comunione, come riferisce il quotidiano La Croix, mons. Lebrun si è fermato e ha dichiarato: «Come raccontano i testimoni, è a questo punto della Messa che è avvenuta la tragedia». È seguito un lungo momento di silenzio. Alla celebrazione eucaristica ha partecipato anche la sorella del sacerdote assassinato, Roselyne Hamel. Dopo la celebrazione, alle 10.30, sulla piazza di Saint-Étienne-du-Rouvray la «cerimonia repubblicana per la pace e la fraternità» alla presenza anche del ministro dell’Interno Jacqueline Gourault.

Verso la canonizzazione

La causa di canonizzazione di padre Hamel è stata aperta appena un anno dopo l’assassinio, il 13 aprile 2017, grazie alla dispensa papale dei cinque anni necessari per l’apertura del processo. Mons. Lebrun, vescovo di Rouen, ha annunciato la notizia durante una messa del Crisma, accolta dagli applausi e dalle lacrime di chi aveva conosciuto di persona l’anziano sacerdote o chi ne ha appreso la testimonianza mesi dopo l’assassinio. Ad aprile scorso, recandosi in Vaticano con un gruppo di giovani della diocesi in pellegrinaggio a Roma, il vescovo ha incontrato nuovamente il Papa: «Insieme abbiamo ricordato padre Jacques. Sulla causa il Santo Padre mi ha detto: dovete sbrigarvi!», racconta Lebrun a VaticanInsider. 

La prima udienza in vista del cammino verso la beatificazione – in corso ora nella prima fase diocesana, prima di passare a Roma alla Congregazione per le Cause dei Santi – si è già svolta lo scorso sabato 21 luglio. Come spiega il vescovo, «sono 69 i testimoni coinvolti nel processo che verranno ascoltati nelle audizioni dei prossimi mesi». Ci sono parenti, altri sacerdoti e parrocchiani, inclusi i testimoni di quell’orrore di due anni fa. «Pensiamo di chiudere la fase diocesana della Causa già nel prossimo inverno e portarla per aprile 2019 a Roma», dice il presule.

L’aspettativa è di  veder presto padre Hamel elevato agli onori degli altari, dal momento che si tratta di una causa per «martirio» per il quale non è necessario il riconoscimento di un miracolo. Anche se, spiega Lebrun, «sono tante le persone che ci scrivono e ci hanno scritto in questi due anni di aver ricevuto grazie speciali per intercessione di padre Jacques». Queste lettere sono ora nelle mani del postulatore, padre Paul Vigouroux, che ha raccolto intanto una ampia documentazione del Servo di Dio.

Agenzie/red

27 Luglio 2018 | 11:21
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