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Internazionale

Francia: pace e dialogo interreligioso, il Premio giornalistico padre Jacques Hamel diventa internazionale

Aperte le candidature al Premio internazionale padre Jacques Hamel, voluto dalla Federazione francese dei media cattolici (Fmc) per onorare la memoria del sacerdote ucciso il 26 luglio 2016 mentre celebrava la messa nella sua parrocchia, nella chiesa di Santo Stefano di Saint-Étienne-du-Rouvray, presso Rouen, nord della Francia.

«Se hai raccontato un’iniziativa a favore della pace e del dialogo interreligioso, partecipa al premio internazionale», scrive nell’invito la federazione che ha creato questa selezione nel 2017, per premiare lavori giornalistici che mettano in risalto azioni ed eventi che rappresentano lo spirito e l’impegno che ha animato l’opera del sacerdote francese. L’opera giornalistica deve essere stata prodotta e pubblicata tra il 1 febbraio e il 30 novembre 2023. Le candidature dovranno essere presentate entro il prossimo 17 dicembre e saranno valutate da una giuria presieduta dall’arcivescovo di Rouen, la diocesi di padre Hamel, Dominique Lebrun, e di cui fanno parte Roselyne Hamel, sorella di padre Jacques, Jean-Marie Montel di Bayard Presse e alcuni giornalisti. Nato nei confini della Francia, per questa sesta edizione, il premio diventa «internazionale», dal momento che la Federazione «desidera promuovere la memoria di padre Jacques il più ampiamente possibile e soprattutto a livello internazionale, affinché il maggior numero possibile di giornalisti contribuisca a onorare la sua memoria», ha spiegato Jean-Marie Montel, Presidente Fmc. L’edizione scorsa è stata vinta da Christophe Chaland, per un articolo dedicato al sacerdote italiano Pier Luigi Maccalli, ostaggio per 752 giorni dei mujaidin.

Il processo di Beatificazione 

Padre Hamel, 85 anni, è stato il primo sacerdote cattolico ucciso in Europa dal sedicente Stato Islamico.Un assassinio avvenuto 12 giorni dopo l’attentato di Nizza, in cui morirono 86 persone, e otto mesi dopo gli attacchi di Parigi il 13 novembre 2015. Un susseguirsi di eventi che fecero precipitare la Francia in una spirale di terrore e violenza.

Papa Francesco poco dopo l’assassinio dell’anziano sacerdote ne aveva voluto aprire il processo di beatificazione, perché «martire, e tutti i martiri sono Beati», aveva detto nell’omelia della Messa di suffragio celebrata a Casa Santa Marta il 14 settembre 2016. La fase diocesana della causa di Beatificazione di padre Jacques Hamel si è conclusa nel marzo 2019 e nel 2021 era all’esame della Congregazione delle Cause dei Santi.  Il corposo dossier era stato portato a Roma da un gruppo di quaranta giovani, insieme a monsignor Lebrun e diversi sacerdoti della diocesi di Rouen, compreso il postulatore della causa di padre Hamel, padre Paul Vigouroux. Padre Hamel desiderava portare un messaggio di fratellanza nella sua comunità. Lo testimonia anche il suo ultimo scritto, pubblicato nel bollettino parrocchiale all’inizio dell’estate 2016 e che ora è diventato il suo testamento spirituale: «Possiamo ascoltare in questo tempo – scriveva – l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, per renderlo, là dove viviamo, più caloroso, più umano, più fraterno». Un tempo, suggeriva sempre, da dedicare all’incontro con gli altri».

(agenzie/red)

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20 Ottobre 2023 | 12:24
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