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Dal boss alla miss, nel volume «Inatteso» le testimonianze che provocano i giovani

Volti differenti che hanno risposto a una chiamata. Chi ha scelto il matrimonio, chi la vita monastica, chi il sacerdozio e chi una missione particolare. Dall’essere seduto al mettersi in cammino. In mezzo una domanda, la stessa che inquieta Matteo, il pubblicano: «Sono forse io?». «L’interrogativo scuote l’animo dell’evangelista, così come provoca il cuore di ogni persona di fronte alla chiamata del Signore. È qui che – scrive nella prefazione monsignor Rino Fisichella – inizia il discernimento. Nel momento in cui l’incontro con Gesù porta a interrogarsi in maniera seria sulla propria esistenza e su quale sia il progetto di Dio su di essa, ognuno è teso a entrare nell’intimo per decidersi e farsi discepolo».

 

L’autore, don Arturo Cattaneo, che ha curato con Alessandro Cristofari e Cristina Vonzun il volume »Inatteso. Testimonianze che pro-vocano i giovani» (ed. La Fontana di Siloe), ha saputo raccontare queste «storie di risposta al Signore. Ha raccolto persone di varie età, latitudini e con diverse missioni: da alcune vocazioni speciali fino al matrimonio, al sacerdozio e alla vita monastica. È un tema – prosegue Fisichella – che sta molto a cuore a Papa Francesco soprattutto in vista del prossimo Sinodo» dedicato ai giovani, alla fede e al discernimento vocazionale.

 

E così suor Nadia Gianolli, insieme ad altre suore della Congregazione delle Piccole Figlie del Sacro Cuore di Gesù, si occupa di pastorale ed educazione a Peralvillo, a 80 km da Lima. Segue la scuola parrocchiale per circa 400 ragazzi dall’asilo fino alla seconda media. In un contesto di periferia, la preghiera diventa la sorgente interiore più forte per affrontare le sfide. «La dimensione contemplativa è essenziale per me, se non ci fosse sarebbe impossibile affrontare con amore tutto quello che faccio».

 

Torsten Hartung, cresciuto nella Germania dell’Est e boss di banda malavitosa, ha ritrovato, invece, la fede in carcere dopo aver supplicato Cristo: «Non so se esisti, ma se ci sei, regalami una nuova vita. Dicono che sei risuscitato, hai avuto una seconda possibilità. La mia vita non vale nulla, ma ti chiedo una seconda possibilità». Lì inizia la sua amicizia con Dio, lì riceve il battesimo. Oggi con la moglie Claudia aiuta i giovani usciti dalla prigione. Nello stesso Paese, Lena Bröder, miss Germania 2006, insegna religione e sfida i pregiudizi: «L’ora di religione può offrire l’occasione per scoprire cos’è la fede cristiana, che per molti studenti, anche se battezzati, è spesso un’illustre sconosciuta. Per me non è affatto una materia povera. La religione ha contenuti e temi che hanno un forte legame con la vita dei ragazzi di oggi».

 

Anche la testimonianza di Nek proviene sempre dal mondo dello spettacolo. Il cantautore di Sassuolo nella sua carriera ha scritto canzoni impegnate. «Se non ami», ad esempio, riprende i concetti dell’Inno alla Carità di San Paolo. «A volte, in relazione alle mie testimonianze di fede, sono stato additato come bigotto, servo della Chiesa o come uno che crede ancora alle favole. Tante volte – spiega Filippo Neviani – spaventa parlare di Dio. Inoltre penso anche che noi cristiani facciamo un po’ ridere nel nostro mettere in pratica Dio nella vita. Predichiamo bene ma poi razzoliamo malissimo. Siamo i testimoni di una notizia tra le più straordinarie e addirittura siamo eredi di quello che ci sarà dopo la vita terrena, perché ci è stata promessa la vita eterna. E invece noi siamo tristi». Nek condivide il suo percorso di fede con la moglie Patrizia.

 

Don Bledar Xhuli, figlio dell’Albania atea e finito in Italia, ha riconosciuto Cristo in chi l’ha accolto: «Qualcun Altro attendeva – scrive Cattaneo – quello che allora era un ragazzo di 16 anni, ateo, solo e povero, finito a dormire sotto i ponti di Firenze e che di Dio non aveva mai sentito parlare. Lo attendeva proponendogli un’altra storia possibile, un altro futuro». Sono testimonianze che possono, questo l’auspicio dell’autore, «aiutare tanti giovani nel discernimento». Guai a rassegnarsi di fronte allo sconforto e all’indifferentismo. 

 

In appendice, don Fabio Rosini al proposito esorta le comunità cristiane a fare proposte radicali e serie che «mirino a toccare il centro del cuore spersonalizzato di questa generazione che, per motivi strutturali e soprattutto mediatici, innesca nei giovani un sentirsi banali. Dobbiamo, quindi, far intendere che la chiamata alla fede cristiana è una chiamata «personale» alla straordinarietà. Il nemico del cristianesimo è proprio la mediocrità. Dobbiamo mostrare ai giovani la bellezza di una vita alta, nobile, preziosa agli occhi di Dio».

 

Quella bellezza che suor Marta Maria Paola ha colto nell’esperienza monastica (con le Sorelle Povere di S. Chiara a Cademario in Ticino) dopo un lavoro come stilista di abiti da sposa: «La nostra vita, in fondo, è molto semplice, ordinaria, eppure straordinaria ogni giorno. La vita fraterna nelle piccole sfide quotidiane e la comunione nella preghiera ci aiutano a distinguere ciò che è davvero essenziale da quanto è superfluo, sia in senso materiale che in senso spirituale».

 

 »Inatteso. Testimonianze che pro-vocano i giovani», di Arturo Cattaneo con Alessandro Cristofari e Cristina Vonzun, prefazione di monsignor Rino Fisichella – La Fontana di Siloe, pag. 328, 22 euro 

Luca Zanardini/VaticanInsider

29 Maggio 2018 | 16:00
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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