Il Papa prega per la pace in Siria al santuario del Divino Amore

Nel primo giorno del mese mariano di maggio, papa Francesco ha presieduto la recita del rosario al santuario del Divino Amore, in periferia di Roma, dedicandola alla pace in Siria.

 

«Ci uniamo alla preghiera che il Santo Padre Francesco ha elevato alla Siria il giorno di Pasqua», ha detto a inizio della preghiera mariana una suora che ha poi ricordato le parole esatte utilizzate dal vescovo di Roma in occasione di quella benedizione urbi et orbi: «Domandiamo frutti di pace per il mondo intero, a cominciare dall’amata e martoriata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine. In questa Pasqua, la luce di Cristo Risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l’accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati». In giornata, il Papa aveva scritto su Twitter: «Oggi, al Santuario della Madonna del Divino Amore, reciteremo il Rosario pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero. Invito a prolungare per tutto il mese di maggio la preghiera del Rosario per la pace».

 

Giunto in lieve anticipo al santuario che sorge sulla via Ardeatina, verso le 16,45, papa Francesco, accolto dal vicario per la diocesi di Roma, monsignor Angelo De Donatis, e dal vescovo ausiliare per il settore sud, monsignor Paolo Lojudice, ha seguito il tradizionale rito devozionale senza pronunciare discorsi. Seduto su una poltrona al centro della cappella, il Papa ha recitato in silenzio il Rosario scandito dalla recita dei misteri dolorosi da parte di un fedele. Jorge Mario Bergoglio ha salutato i fedeli presenti davanti al Santuario al suo arrivo e, prima di uscire, ha salutato uno per uno i 24 residenti della casa di riposo del Divino Amore e le madri e i bambini della casa famiglia Mater Divini Amoris. Ad accompagnarlo, oltre al rettore del santuario, il rettore del seminario e il parroco, don Luciano Chagas Costa, don Vincent Pallippadan e don John Harry Bermeo Sanchez, anche monsignor Enrico Feroci, presidente degli Oblati Figli del Divino Amore oltre che presidente della Caritas di Roma.

 

«Preghiamo insieme», aveva detto Francesco al microfono, appena arrivato, alla folla di fedeli che ha seguito il rito nel piazzale inferiore del santuario: «Vi chiedo di seguire la preghiera da qui. Ci vediamo dopo. Ma preghiamo, eh? Ci vediamo dopo». Il Papa è poi tornato a salutarli brevemente a fine rosario: «Per favore non dimenticatevi di pregare per me e buona serata», ha detto loro prima di accomiatarsi cordialmente da De Donatis e Lojudice. «Ci vediamo il 14, ci vediamo a Ostia…», gli ha detto quest’ultimo in riferimento all’incontro che il Papa avrà con i sacerdoti romani il 14 maggio a San Giovanni in Laterano e al Corpus Domini del 3 giugno che quest’anno Francesco ha voluto che si svolga a Ostia anziché a Roma.

 

Oltre a essere il primo giorno del mese mariano, peraltro, il primo maggio, che per molti paesi è Festa del lavoro, è per la Chiesa memoria di san Giuseppe lavoratore. Una ricorrenza che, sempre su Twitter, il Papa ha commemorato così: «Celebriamo san Giuseppe lavoratore ricordandoci sempre che il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità della persona».

Iacopo Scaramuzzi – VaticanInsider

2 Maggio 2018 | 07:00
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PapaFrancesco (1459), siria (231)
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