Il terremoto si è presentato alle 3 e 36 di notte, l’ora più subdola: quando anche gli ultimi insonni si sono addormentati, e ancora è presto perché si alzi, chi lavora all’alba. Nei paesi quieti e inermi, nelle stanze tiepide di calore e di respiri è irrotto l’urlo del sisma: quel boato, quel gemere sinistro di muri e fondamenta che nessuno dimentica, quando lo ha sentito una volta.
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