Il cappuccino svizzero Paul Hinder è vescovo vicario apostolico d'Arabia. Vive ad Abu Dhabi e il 1. dicembre, ha ricevuto la visita del consigliere federale Ignazio Cassis.
Dialogo, cooperazione, ruolo delle religioni contro il terrorismo: sono i temi al centro della visita, appena conclusa, del card. Tauran in Arabia Saudita. Il porporato ai nostri microfoni: «L’avvenire consiste nell’educazione. I cristiani non devono essere considerati cittadini di seconda classe».
A Riad fino al 20 aprile, il presidente del Dicastero per il Dialogo interreligioso sta svolgendo una serie di appuntamenti di alto livello con autorità e leader musulmani.
Il primate della Chiesa maronita riferisce dettagli inediti dei suoi incontri con re Salman, il principe Bin Salman e il premier libanese Hariri. E smorza le voci sul presunto progetto saudita di fondare nella propria nazione un centro di dialogo interreligioso.
Il primo viaggio di un leader cristiano nel regno ultraconservatore ha avuto ampia eco sui media locali. Alcuni hanno pubblicato una foto in cui si vedeva con chiarezza la croce, che nella società è proibito mostrare in pubblico. I commentatori insistono sui rapporti fraterni fra i due Paesi e il ruolo delle religioni in un’ottica di pace e contro l’estremismo. Ma resta il nodo del «sequestro» del dimissionario premier libanese.
Il viaggio durerà un giorno e si dovrebbe svolgere «entro le prossime due settimane». Il porporato ha accolto un invito della leadership saudita, che non avrebbe imposto particolari «condizioni». Una visita che si inserisce nel solco dei cambiamenti promossi dal regno ultraconservatore. Il Libano conferma il ruolo di «porta» verso il mondo arabo.
Mohammed bin Salman esprime la volontà di garantire per il Paese una vita normale, in cui la religione significa tolleranza e gentilezza. Il progetto di Neom, una città con energie alternative e fuori del controllo degli ultra-conservatori religiosi. Per alcuni vi sono segni di cambiamenti profondi; per altri vi è solo appetito economico.
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