Venerdì 10 giugno l’inaugurazione del Centro Cittadella a Lugano

Sul sedime che ospitava lo storico cinema teatro «Cittadella», in Corso Elvezia a Lugano, sorge oggi una nuova palazzina di appartamenti firmata da Mario Botta. Come annunciato con un ampio servizio su Catholica del 7 maggio scorso, al suo interno, al piano terra, un ampio spazio polivalente – il «Centro Cittadella» – si prepara ad accogliere le attività della parrocchia del Sacro Cuore, che lo inaugurerà in occasione della sua festa patronale, il prossimo 10 giugno. «I tempi sono cambiati ma, anche se tutto diventa smart, credo che sia ancora importante un luogo parrocchiale fisico, per incontri in presenza », dichiara don Italo Molinaro, parroco del Sacro Cuore, pensando all’importante momento di venerdì.

Un’inaugurazione che al contempo lo riporta con la mente al passato: «Sono affascinato dalla lettura dei documenti degli anni ’60. La Chiesa cattolica viveva un momento favorevole e il quartiere di Molino Nuovo cresceva a pieno ritmo. L’allora parroco mons. Emilio Cattori benedisse la prima pietra del cinema teatro, nel 1956, con l’intenzione di dare alla comunità della Basilica un luogo di incontro sociale, spirituale e formativo; una specie di secondo polmone accanto a quello religioso del Sacro Cuore ».

Il Centro è oggi gestito dell’Associazione Cittadella, che è da sempre al servizio della comunità del Sacro Cuore. «Non è stato facile diventare parroco in tempo di Covid», racconta don Italo. «Però sentivo gli echi del passato, e non solo di un passato remoto glorioso, ma anche di un’attualità recente con i Frati Domenicani che mi avevano preceduto, fatta di una bella relazionalità parrocchiale. Il mio auspicio è ora quello di poter rilanciare il percorso, che, pur non essendosi mai fermato, ha subito in questi anni diverse limitazioni». In occasione della festa patronale, domenica 12 giugno, nel nuovo Centro verrà offerto un pranzo comunitario. «Sarà già una prima occasione per verificare quanta gioia c’è ancora nel ritrovarsi insieme attorno al Signore, in un clima fraterno», conclude don Italo.