Valori e rischi nel mondo delle serie tv

di Silvia Guggiari

Lunedì 9 ottobre, alle 20.15, al centro culturale Montebrè a Lugano (via Canonica 14), si terrà l’incontro con la giornalista Stefania Garassini e il dott. Graziano Martignoni dal titolo «Famiglia e coppia nelle serie tv tra valori e crisi». Alla Garassini, autrice del libro «Lo schermo dei desideri. Come le serie tv cambiano la nostra vita» (ed. Ares, 2023), abbiamo chiesto di presentarci la tematica.

Stefania Garassini.

Sig. ra Garassini, qual è la tesi sostenuta nel suo libro?
«Il libro parte dal considerare come le storie che leggiamo o guardiamo non siano mai soltanto intrattenimento, ma ci comunichino sempre qualcosa di più. Attraverso i racconti delle serie ci viene proposta una visione del mondo, un’idea di bene e di male, in una parola un’etica, che ha un impatto su giudizi e comportamenti. È importante allora interrogarsi su quali siano i prodotti di maggior successo e quale visione della vita ci propongano. L’obiettivo è parlare a genitori e educatori, perché siano in grado di orientarsi in questo mondo, in continua evoluzione, per poter affiancare i ragazzi e favorire in loro la nascita di un approccio critico. Il mondo delle serie tv può essere una straordinaria risorsa dal punto di vista educativo: conoscere le storie e i personaggi più popolari ci fa capire che cosa interessa davvero oggi agli adolescenti e può aprire un proficuo dialogo con loro».

Le serie tv hanno introdotto un nuovo modo di stare nella società: le storie narrate e le vicende dei protagonisti sono spesso al centro di conversazioni nei più giovani come negli adulti. Si può dire che in un certo senso le serie abbiano sostituito i romanzi?
«Direi di sì. Questo è vero in particolare nel caso delle serie per adolescenti, che hanno sostituito quasi completamente i «romanzi di formazione», e sono diventate uno dei principali strumenti attraverso i quali i ragazzi cercano modelli e punti di riferimento per orientare il proprio processo di crescita e dare risposte alle loro domande di senso. Da qui deriva la grande responsabilità di chi produce storie rivolte a questo tipo di pubblico».

Quale impatto hanno le serie tv e certi temi trattati in esse sui più giovani? Penso ad esempio alla sessualità in «Sex education» e alla violenza di «Squid game»…
«Queste due serie, cui dedico ampio spazio nel libro, hanno contribuito in modi diversi ad allargare le possibilità di quello che si può mostrare in un prodotto di fiction per il grande pubblico. In un caso una sessualità esplicita e dettagliata, nell’altro una violenza estrema esibita senza filtri. L’effetto principale dei racconti televisivi è quello di «normalizzare» i comportamenti mostrati. Ciò che si vede sullo schermo incide sulla percezione della realtà. Nel caso della violenza, un effetto dimostrato è quello di generare un senso di paura che induce a considerare il mondo un luogo più pericoloso di quanto non sia in realtà, provocando sentimenti di paura e un atteggiamento di profondo cinismo».

Genitori e serie tv: come orientarsi? Quali regole imporre ai propri figli? Quanta libertà lasciare?
«Organizzare il tempo libero è ormai un notevole impegno. Vista l’enorme e crescente offerta di nuovi contenuti, occorre informarsi, sapere quali sono le serie di maggior successo, quali i titoli migliori, in modo da proporli in famiglia. Un consiglio è guardare qualche serie con i propri figli, anche se spesso è difficile perché ognuno ha esigenze diverse e la tecnologia oggi consente di vedere ciò che si vuole, quando si vuole. È preziosa l’esortazione di Don Bosco, quanto mai valida anche oggi: «Bisogna che gli educatori amino ciò che piace ai ragazzi. Allora i ragazzi ameranno ciò che piace agli educatori». Il mio auspicio è che il libro possa favorire questo fecondo scambio tra generazioni. Uno strumento valido, che può fornire indicazioni utili è il sito www.orientaserie.it , che dirigo dal 2020, e che è realizzato dall’associazione Aiart insieme al Master in International Screenwriting and Production dell’Università Cattolica di Milano».

8 Ottobre 2023 | 06:44
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