Uno studio negli Stati Uniti mette a fuoco l'universo dei no-vax: c'è anche una parte di mondo religioso americano

Ci sono i riluttanti, gli ansiosi, i procrastinatori. Ci sono gli evangelici bianchi, i cattolici latino-americani, i battisti afroamericani. Ci sono alcuni elettori di Trump, quelli che attendono l’autorizzazione ufficiale dall’agenzia del farmaco; quelli che vivono negli stati del Sud. Tutti hanno in comune un «No»: non vogliono farsi vaccinare contro il coronavirus. A più di sei mesi dall’inizio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19, i cristiani evangelici negli States continuano ad essere il gruppo più resistente secondo i dati pubblicati il 28 luglio scorso dal Public religion research institute e dall’Interfaith youth core, un gruppo apartitico che studia l’intersezione tra religione e vita pubblica.
Circa il 24% degli evangelici bianchi ha dichiarato, in giugno che non si sarebbe vaccinata, in calo rispetto al 26% di marzo, ma ancora una percentuale elevata. Gli evangelici di tutte le etnie costituiscono circa un quarto della popolazione degli Stati Uniti e i funzionari sanitari dichiarano che la loro vaccinazione diventa fondamentale per rallentare la diffusione della variante Delta, causa dell’aumento esponenziale dei contagi. Non è una novità per gli Usa scoprire gli evangelici bianchi collocati tra i no-vax; anche perché lo stesso atteggiamento intransigente si è rilevato in altre vaccinazioni obbligatorie per i bambini contro morbillo, parotite e rosolia. I pastori possono fare ben poco, perché temendo un calo delle donazioni non insistono nel promuovere un approccio differente.
Al secondo posto tra i credenti che dicono «no» al vaccino ci sono i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni con il secondo tasso più alto il 19%. Gli ebrei contano la più alta percentuale di membri disposti a farsi vaccinare, l’85%.

Il sondaggio rileva che la diffidenza verso il vaccino è diminuita tra gli americani in generale e tra tutti i gruppi religiosi in soli tre mesi, passando dal 28% al 15%. Determinante è stato l’influsso dei pastori che hanno organizzato momenti formativi e sessioni della campagna «Faith 4vaccine» nelle loro comunità, consentendo ad unità mobili di vaccinazione di raggiungere anche località lontane.
I livelli di accettazione del vaccino dopo le iniziali diffidenze hanno toccato l’80% tra i cattolici ispanici e il 79% tra i cattolici bianchi. Nello studio emergono anche le affiliazioni politiche con il 19% dei repubblicani intervistati che rifiuta il vaccino contro un 4% di democratici. Il presidente americano Joe Biden per spingere la campagna di vaccinazione, oltre le barriere partitiche, proprio venerdì ha twittato che «il vaccino è stato approvato e sviluppato da un’amministrazione repubblicana e viene distribuito e somministrato da un’amministrazione democratica. I vaccini sono sicuri, sono altamente efficaci e non hanno nulla di politico».

C’è poi un 13% di irriducibili convinto che la vaccinazione sia uno strumento invasivo del governo per testare quanto può condizionare la vita delle persone; o che sostiene che l’autorizzazione di emergenza non garantisce abbastanza sull’efficacia dei risultati. Tra i diffidenti molti sono afroamericani, che in passato hanno subito discriminazioni e trattamenti sanitari scadenti. Lo scorso weekend, però, oltre mezzo milione di americani si è messo in fila per ricevere il vaccino, sia per l’incremento di morti e contagi tra i non vaccinati sia per le nuove policy sul lavoro che vedono i dirigenti delle aziende chiedere prova di vaccinazione ai loro dipendenti o in alternativa test frequenti anti-Covid e il mantenimento di tutte le precauzioni mediche sulla sicurezza, dalla mascherina al distanziamento sociale.

(fonte agenziasir)

5 Agosto 2021 | 10:59
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