Ticino e Grigionitaliano

Una forza gentile da riscoprire. Le parole di mons. Lazzeri per i 100 anni dell'Unione femminile cattolica ticinese

«Una donna forte chi potrà trovarla?». Con questa domanda si apre il brano del libro dei Proverbi che leggiamo in apertura alla liturgia della Parola di questa domenica. Di «donne forti» l’Unione femminile cattolica ticinese (UFCT) ne ha preparate molte in questi 100 anni di esistenza e, anche se, purtroppo, le condizioni esterne non consentono di farlo come vorremmo, ci sembra giusto ricordarle tutte con affetto e riconoscenza in questa occasione speciale. È indubbio infatti il grande contributo dato da questa realtà associativa cattolica alla realtà ecclesiale, sociale e culturale del nostro Ticino. Soprattutto, mi pare di dover mettere in rilievo il dono della perseveranza nella vocazione, testimoniata dalle donne dell’UFCT anche negli anni di maggiore difficoltà dell’Azione Cattolica. È un dono del Signore questa capacità di resistere, di mettere a frutto le risorse concrete, di aprire in ogni modo possibile spazi alla vita, senza lasciarsi schiacciare dai limiti e dalle povertà dei mezzi. Quanto ne abbiamo bisogno in questo tempo travagliato! Sono sicuro che le attuali componenti dell’UFCT ne sono consapevoli e stanno facendo di tutto per continuare nel solco di chi le ha precedute, rinnovando il linguaggio ma tenendo vivo il medesimo spirito delle origini. Molte sono le riflessioni nuove, le esigenze, le attese rispetto alla missione della donna nella Chiesa. C’è molto cammino da fare, ma anche molto da imparare dalle esperienze preziose del passato. Mi auguro che il ricordo dei volti e dei nomi che hanno fatto la lunga e ininterrotta storia dell’UFCT possano spronare tutti oggi a riscoprire la forza gentile, ma anche ferrea nel servizio al Signore e alla Chiesa, che continua a essere il segreto della sua fecondità e un’ispirazione per tutti. Auguri di cuore! Come espressione di incoraggiamento mi pare davvero di poter dire a proposito dell’UFCT quello che i Proverbi dicono della donna: «Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città».
Mons. Lazzeri, Vescovo di Lugano

17 Novembre 2020 | 19:52
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