I 17 universitari del Ticino a Roma con il vescovo, don Kamil e don Davide
Ticino e Grigionitaliano

Un gruppo di universitari dal Ticino a Roma con il vescovo Alain

«La Basilica di San Pietro sorge imponente sulla Città del Vaticano, ma è il suo fondamento che cattura l’attenzione e suscita riflessioni profonde. Un semplice cumulo di terra, custodisce il corpo di San Pietro, il pescatore chiamato da Cristo più di due millenni fa. È davvero possibile che su questo modesto terreno sia sorta una delle più grandi opere architettoniche e spirituali del mondo?» – sono le parole di Dario – studente universitario alla Università della Svizzera italiana (USI) di management in informatica. Con questa domanda è cominciata la prima gita degli studenti universitari della Cappellania universitaria di Lugano verso la Città eterna. Circa 56 ore è durato il soggiorno a Roma. Sembra un evento un po’ storico, la «prima volta», infatti. Soprattutto è stato un weekend per stare insieme in compagnia, 17 universitari delle diverse facoltà: filosofia, comunicazione, musica, marketing, letteratura, economia e teologia accompagnati dall’amministratore Apostolico Alain de Raemy, il cappellano degli universitari don Kamil e don Davide.

 

Davide, studente della chitarra al Conservatorio di Lugano fa la sintesi di questa bella esperienza: «Due giorni a Roma che non capita facilmente di vivere. Tra le altre cose, abbiamo potuto visitare i Giardini vaticani, incontrare da vicino le Guardie Svizzere e condividere con loro un momento di vita comune. Tutto questo guidati e accompagnati dal vescovo Alain: un privilegio averlo con noi, per la sua presenza così esemplare per me». Oltre alle visite, alla convivialità e all’amicizia, le giornate romane hanno offerto dei momenti dedicati allo Spirito. Chiara, studentessa di public management, racconta cosi: «Mi ha colpito cosa ha detto il Papa durante l’Angelus: lo sguardo del Signore su di noi non è giudicante ma caritatevole, capace di abbracciarci ed amarci nonostante le nostre mancanze.» E forse il fatto che siamo così diversi uno dall’altro, ha dato la possibilità di conoscerci meglio e scoprire i valori degli altri. Alice, appena laureata in comunicazione, conclude in questo modo: «Nonostante abbia visitato la città già diverse volte, questo viaggio è stato molto speciale. Non solo per aver visto la tomba di Pietro, la necropoli vaticana e la caserma delle Guardie svizzere; ma anche per esser stati testimoni di cosa significa servire la Chiesa. Tramite la persona del vescovo, la sua amicizia e guida rivolta ai ragazzi della Guardia e a noi.» 

Il gruppo degli Universitari della USI a Roma con il vescovo
Universitari a Roma

red

I 17 universitari del Ticino a Roma con il vescovo, don Kamil e don Davide | © catt
11 Marzo 2024 | 15:19
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