Alla home page Alla navigazione Al contenuto Alla pagina dei contatti Alla Sitemap Alla ricerca

Un Caravaggio nella chiesa di san Carlo a Lugano: evento culturale e di fede

Arriva a Lugano e sarà esposto dal 20 febbraio nella chiesa di San Carlo a Lugano: è il «San Francesco in meditazione» un’olio su tela che illustri studiosi di storia dell’arte hanno attribuito al genio di Michelangelo Merisi da Caravaggio.

Per un mese (dal 20 febbraio al 30 marzo) resterà nella chiesa di via Nassa. L’operazione avviene grazie alla Confraternita di San Carlo Borromeo in occasione dei festeggiamenti del quattrocentesimo anno della sua fondazione. Due gli appuntamenti in programma per onorare la presenza di questa opera.

Questa sera, 20 febbraio, alle 18.00 nella chiesa di San Carlo la Dott.essa Fabiola Giancotti, approfondirà il tema di San Carlo da un punto vista degli scritti e quindi seguendo i fili filologici e linguistici alla ricerca di stilemi vicini alla cultura borromaica, con attinenza a San Francesco. Nel sito catt di domani ci sarà un articolo su questa conferenza. 

Giovedì 28 invece, alle 18.00, interverrà il Professor Stefano Zuffi per parlare di «Humilitas vs Superbia Caravaggio e l’arte sacra». 

Il dipinto

San Francesco in meditazione è il soggetto di un dipinto realizzato nel 1605 dal pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio. Nel dipinto di Caravaggio si vede la raffigurazione di un frate, vestito poveramente, con un saio bucato e rattoppato che tiene in mano un teschio, davanti ad un tronco segato su cui posa una croce fatta di due semplici assi. Nel dipinto, la luce che illumina il santo evidenzia delle tonalità rossastre e bluastre sul naso e le orecchie che indicano come il Santo avvertisse i rigori dell’inverno e del gelo dentro la grotta, effetti certamente studiati dal vero da Caravaggio. Sulla testa del Santo si noti una sottile aureola, che è piuttosto rara nei dipinti religiosi di Caravaggio. Una particolarità dell’iconografia, che mostra come il pittore si sia voluto attenere all’immagine del Santo come era stata tramandata dai biografi e quindi anche alla raffigurazione della sua autentica semplicità e povertà, consiste nella modalità tipica della preghiera che i frati Cappuccini avevano derivata da Bonaventura da Bagnoregio, il quale racconta come Francesco pregava sulla nuda terra scalzo, senza cappuccio, in ginocchio, senza appoggiarsi.

20 Febbraio 2019 | 10:40
Tempo di lettura: ca. 1 min.
Condividere questo articolo!