Alcune ragazze ucraine all'Oratorio di Lugano.
Ticino e Grigionitaliano

Ticino – Ucraina: da un anno l’opera incessante dei costruttori di pace

di Silvia Guggiari e Laura Quadri

Un anno di guerra, un anno di dolore, di morti innocenti, di città rase al suolo, di persone sfollate che sono rimaste senza nulla: alle porte di casa nostra, in Ucraina, si continua a combattere e la pace sembra essere ancora lontana. Circa 2500 gli ucraini arrivati in questi mesi in Ticino dove hanno trovato ospitalità e solidarietà grazie a tante associazioni, realtà parrocchiali e gruppi ecclesiali che dall’inizio della guerra si impegnano, ognuno con il suo pezzetto, per continuare a consentire una accoglienza piena e dignitosa. Ne abbiamo contattati alcuni.

All’Oratorio di Lugano

Nei primi mesi di accoglienza, all’Oratorio di Lugano si sono svolti i corsi di italiano finanziati dal Cantone. Tante le persone che vi hanno partecipato, come ci conferma la responsabile Lisa Corvi Schmid che ripercorre con noi questo anno: «Nei primi mesi di guerra, abbiamo avuto una grande affluenza di persone fuggite dalla guerra e siamo partiti subito con i corsi di italiano. Coloro giunti da noi a fine primavera e a inizio estate, a differenza dei profughi fuggiti a inizio conflitto, avevano negli occhi il terrore della guerra, la paura dei bombardamenti, lo strazio di essere rimasti settimane intere rinchiusi nei bunker: abbiamo dovuto affrontare situazioni molto delicate». Diversi tra loro sono riusciti ad apprendere la lingua italiana molto velocemente e ora, racconta Lisa, «stiamo partendo con un’altra attività per tre giorni a settimana con l’obiettivo di far socializzare le mamme e i loro bambini». Nel frattempo, molti di loro sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro, bambini e ragazzi sono stati inseriti fin da subito nelle scuole e altri hanno deciso di ritornare nel loro Paese. Venerdì scorso, in occasione del triste anniversario, l’Oratorio di Lugano ha proposto un momento di preghiera per chiedere la pace seguito da una cena povera, «segno di una Quaresima che parte da un desiderio, quello della pace».

Il Servizio ospedaliero del sovrano Ordine di Malta

Un’altra realtà impegnata fin da subito nell’assistenza dei profughi ucraini è quella del Servizio Ospedaliero del Sovrano Ordine di Malta (SOOMS), sezione Ticino. A parlarcene è la capo sezione Barbara Wicki: «A marzo 2022, in piena emergenza ucraina, tramite l’Oratorio di Lugano e l’Ape del Cuore, abbiamo prestato aiuto a un paio di famiglie, fuggite dal loro Paese e arrivate in Ticino senza nulla. In poco tempo, la richiesta è aumentata tanto che l’Ape del Cuore, impegnata come al solito a sostenere ogni settimana circa duecento famiglie nel territorio, non riusciva a sostenerla. Abbiamo così deciso di farci carico della distribuzione dei viveri per le famiglie ucraine del sottoceneri: fondamentali sono state le donazioni di dame e cavalieri ma anche i contributi esterni come quello del Lions Club Lugano e quello del Tavolino Magico che ogni giovedì mattina ci consegna diversi carrelli di generi alimentari. Attualmente consegniamo la spesa a circa una quarantina di nuclei familiari, la gran parte formati da donne con bambini. Con alcune di queste famiglie si sono create delle relazioni più strette e l’aiuto è andato al di là del semplice pacco alimentare: la ricerca di un appartamento, piuttosto che incontri per allenarsi con la lingua, o richieste di ogni genere».
Da poche settimane, lo SOOMS aiuta anche i quindici bambini orfani ospiti al centro di Astano. «Al momento – conclude Barbara – sono circa 150 le persone che aiutiamo, compresi i bambini accolti ad Astano. Abbiamo un punto di raccolta presso la sala parrocchiale di Loreto: il giovedì mattina prepariamo i pacchi spesa e attendiamo che le persone vengano a ritirarli».

L’azione della Caritas

Anche Caritas Svizzera, assieme alle Caritas regionali, ha attuato più di 50 progetti per le persone fuggite dall’Ucraina. Tra quelli più grandi troviamo la mediazione di circa 2000 famiglie ospitanti, i programmi di integrazione professionale e sociale come anche la consegna di vestiti e buoni per la spesa.
Da parte sua, Caritas Ticino ha messo a disposizione da subito oltre 100 mila franchi per allestire e arredare case e appartamenti, oltre che donare ai profughi abiti e suppellettili. Si parla, in tutto, di 664 interventi: «Ci siamo avvalsi dei mobili donati presso i nostri Catishop.ch, mentre mano a mano, da associazioni e privati ci venivano segnalati appartamenti ed edifici a disposizione per essere arredati», racconta Marco Fantoni, vicedirettore di Caritas Ticino, che si è occupato in particolare di questa operazione.
Poi, da giugno dello scorso anno, la collaborazione con il Cantone: «Gli organi cantonali hanno implementato una procedura specifica per i beneficiari dello statuto di protezione S provenienti dall’Ucraina; Caritas Ticino è tuttora un importante interlocutore, quando si giunge alla fase di trovare loro l’arredamento. Questa è stata la nostra azione sul territorio».
A questa, prosegue Fantoni, si è poi aggiunta un’altra importante forma di aiuto: «Ci siamo messi in contatto con la Caritas nazionale polacca, la quale ci ha segnalato la «Casa dei Bambini»: un complesso gestito dalla Congregazione delle Suore Scolastiche di De Notre Dame, a Wolov, nell’est della Polonia, che aveva di recente accolto una ventina di orfani, prima ospitati nell’orfanotrofio di Łuck, in Ucraina. Le suore – in tutto venti – hanno accolto tutti loro, assieme ai loro educatori. Il nostro intervento ha permesso di donare loro vestiti caldi e prodotti igienici acquistati sul posto».
E ora? «In questo momento continuiamo a collaborare con le autorità cantonali e con le associazioni che richiedono il nostro intervento. Ci sentiamo in questo senso un’organizzazione che continua a mettersi a servizio di chi soffre».

Alcune ragazze ucraine all'Oratorio di Lugano.
25 Febbraio 2023 | 07:22
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