Ticino: il ricordo di Flavio Cotti, grande uomo, politico ispirato dai valori cristiani

È deceduto mercoledì pomeriggio il politico ticinese Flavio Cotti, ricoverato alla Clinica Santa Chiara di Locarno a seguito di complicazioni dovute al coronavirus.

Membro del Partito popolare democratico (PPD), Flavio Cotti era nato a Prato Sornico il 18 ottobre del 1939. Dopo una carriera politica in Ticino, si era fatto strada a Berna, prima come consigliere nazionale (dal 1983) e in seguito in Consiglio federale, diventando a due riprese – nel 1991 e nel 1998 – Presidente della Confederazione. Nel corso dei sui dodici anni in qualità di consigliere federale ha guidato dapprima il Dipartimento federale dell’interno (DFI) dal 1987 al 1993 e in seguito il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) fino al 1999. Cotti, quale capo della diplomazia elvetica, assunse nel 1996 la presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Quell’anno di presidenza coincise tra l’altro con l’attuazione degli accordi di pace di Dayton (che misero fine alla guerra civile jugoslava), le prime elezioni in Bosnia e gli sforzi di pace nel Caucaso. Dovette inoltre negoziare i primi accordi bilaterali con l’UE, fino alla loro conclusione nel dicembre 1998.

La carriera politica
La sua carriera politica nella fila del PPD è iniziata subito dopo aver ottenuto la licenza di diritto all’Università di Friburgo. Dal 1964 al 1975 è stato membro del Consiglio comunale di Locarno e dal 1967 deputato nel Gran Consiglio ticinese. Nel 1975, a soli 36 anni, è stato eletto in Consiglio di Stato e ha diretto i Dipartimenti economia pubblica, giustizia e militare e per un breve periodo anche il Dipartimento dell’interno. È stato presidente del Governo cantonale nel 1977 e nel 1981 e nel 1983 ha lasciato la carica, diventando il più giovane Consigliere di Stato a riposo, per essere eletto in Consiglio nazionale. Nel 1984 è diventato presidente del PPD ticinese e subito dopo del partito svizzero. Il 10 dicembre 1986 è stato eletto in Consiglio federale, al posto del dimissionario Alphons Egli, dal quale ha ereditato la direzione del DFI.

«Con la scomparsa di Flavio Cotti – scrive Luigi Pedrazzini sul CdT del 17 dicembre 2020 – la Svizzera e il Ticino perdono una delle personalità politiche più importanti della seconda metà del 20 esimo secolo. Consigliere Federale per un decennio (dal 1987 al 1999), due volte presidente della Confederazione, consigliere di Stato per due legislature (dal 1975 al 1983), consigliere Nazionale, deputato al Gran Consiglio e anche, in giovane età, consigliere comunale a Locarno: è stato politicamente attivo a tutti i livelli, sempre lasciando un’impronta forte, professionale e i tratti di un impegno politico saldamente ancorato nei valori dell’ispirazione e dell’umanesimo cristiano».

Tra le pagine del CdT c’è anche la voce di Moreno Bernasconi che ricorda che «Cotti aveva avuto una formazione al rispetto del creato che gli veniva dalla sua sensibilità all’insegnamento sociale cristiano. Insegnamento sociale cristiano che oggi abbraccia pienamente – con le recenti encicliche di Papa Francesco – umanesimo e salvaguardia del creato. Ad indicare quanto le posizioni di Cotti fossero per molti versi anticipatrici, basterebbe accennare anche alla questione femminile. A costo di inimicarsi le frange più conservatrici del suo stesso partito e di essere sconfessato dal verdetto popolare, Flavio Cotti fu infatti fin da giovanissimo un ardente difensore del suffragio femminile».

CdT/red

17 Dicembre 2020 | 11:40
Tempo di lettura: ca. 2 min.
flavio cotti (3), politico (1), ppd (2)
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