Ticino: al via la Settimana cantonale contro il razzismo. Le proposte di riflessione

«Ad una persona che stava cercando lavoro è stato consigliato di non esplicitare il suo passato migratorio e di non scrivere le lingue che conosceva, tranne quelle nazionali, per sembrare meno straniera». Questa è una delle tante storie che Mariaelena Biliato, del Centro per la Prevenzione delle Discriminazioni del Canton Ticino, con sede a Lugano, ha raccolto negli ultimi anni. L’occasione per tenere alta l’attenzione su questo tema è la settimana cantonale contro il razzismo 2023. A marzo, di ogni anno, sono organizzati eventi, momenti di riflessione, sensibilizzazione e condivisione sul tema della lotta al razzismo. La Svizzera da più di dieci anni sostiene progetti e eventi, e nel Canton Ticino è il Servizio per l’Integrazione degli Stranieri, che fa parte del Dipartimento delle Istituzioni, nell’ambito dei PIC («Programmi d’Integrazione Cantonale») che sostiene e promuove le attività.

Mariaelena Biliato quali sono le attività che metterete in campo quest’anno?
«Abbiamo due progetti. Dal 17 al 20 marzo al Centro Giovani di Viganello, insieme alla Città di Lugano, la Fondazione Diritti Umani e Amnesty International, proporremo un progetto che approda per la prima volta in Ticino: l’escape room PROVACI TU!, che consiste in un gioco di squadra nel quale siamo invitati a prendere il posto di una persona che deve fare il giro del mondo. In 45 minuti di attività conosceremo e proveremo a superare le barriere visibili e invisibili che questo comporta. È dedicato a tutti dall’età della scuola media in su, ma è necessario riservare al numero 091 923 66 53 oppure scrivendo a cpd@discriminazione.ch.
La seconda proposta sono tre serate di cineforum con dibattito, organizzate con le ACLI: oggi, 10 marzo, il 24 e 31 marzo, alle 18, in via Simen 10 a Lugano, dove avremo l’opportunità di vedere film che raccontano storie di tolleranza, rispetto e umanità e di discutere di questi temi con ospiti d’eccezione».

E quale è l’obiettivo?
«Sensibilizzare significa rendere attenti, consapevoli. Prendere coscienza di un problema come la discriminazione, che indebolisce la collettività, è il primo passo per contrastarlo e rendere più unita la società in cui viviamo, senza paura della diversità. Anche il nostro Cantone è confrontato quotidianamente con atti di razzismo ma non tutti vengono denunciati. Paura di perdere il lavoro, paura di non essere creduti. Nel 2022, secondo le statistiche, sono stati gli afrodiscendenti a subire maggiormente atti di razzismo. Il dato ticinese rispecchia la realtà nazionale, infatti nell’ultimo rapporto della rete di consulenza per le vittime del razzismo si legge che più della metà dei casi segnalati riguardano xenofobia e razzismo con al centro il colore della pelle. Quelli che denunciano riportano ingiurie e vessazioni di stampo razzista e disparità di trattamento, incluso il rifiuto di fornire un servizio per motivi legati all’etnia o alla presunta origine della persona.

E la guerra in Ucraina ha suscitato episodi di razzismo?
«Non abbiamo modo di valutare, sulla base dei dati che noi abbiamo raccolto. Di certo ha fatto emergere il fenomeno della russofobia. Ma gli atteggiamenti discriminatori possono essere influenzati anche dalla cronaca, come era avvenuto anche tre anni fa quando persone di origine asiatica sono state discriminate e colpevolizzate per la pandemia di covid. Questo aumento del razzismo nei confronti di persone che vengono collegate superficialmente a eventi drammatici di attualità non fa che confermare la necessità di sensibilizzare sempre le persone a favore del dialogo approfondito, della tolleranza e del rispetto reciproco».

Francesco Muratori

10 Marzo 2023 | 07:41
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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