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Internazionale

Suore di Madre Teresa: tensioni con la politica in India

L’agenzia Asianews informa che i conti bancari delle Missionarie della Carità, le suore di Madre Teresa di Calcutta, sono al centro di uno scontro politico oggi in India. Con un tweet il capo del governo locale del West Bengal, Mamata Banerjee, aveva diffuso nei giorni scorsi la notizia secondo cui i conti delle religiose sarebbero stati bloccati da agenzie governative indiane proprio nel giorno di Natale. La politica – considerata oggi una delle più autorevoli antagoniste del premier nazionalista indù Narendra Modi – si era dichiarata sotto shock per l’accaduto, stigmatizzando il fatto che i 22mila poveri assistiti dalle suore potessero rimanere così senza assistenza.

Solo in serata il ministero degli Interni indiano ha diffuso una nota chiarendo i termini della vicenda. A essere stata respinta il 25 dicembre è stata l’istanza per il rinnovo della registrazione ai sensi del Foreign Contribution Regulation Act, la legge che regola la possibilità di ricevere contributi dall’estero, che dopo alcuni emendamenti restrittivi introdotti nel 2020 dal governo Modi sta creando difficoltà a molte organizzazioni internazionali che operano in India. Il ministero precisa che non c’è stato, però, alcun congelamento dei conti: sono state riscontrate non meglio precisate carenze nei requisti della nuova domanda, ma la precedente autorizzazione resta valida fino al 31 dicembre 2021. Sono state le Missionarie della Carità a chiedere cautelativamente di fermare i conti bancari in attesa di risolvere la questione.

Difficoltà crescenti per le organizzazioni cattoliche che operano nel Paese

Resta comunque il dato delle difficoltà crescenti per le organizzazioni cattoliche a operare in un clima generale in cui le attività caritative vengono additate dai nazionalisti indù come un pretesto per operare «conversioni». Il caos sui conti bancari segue infatti l’inchiesta di tre settimana fa nel Gujarat contro un orfanotrofio gestito dalle Missionarie della Carità, in seguito a un’ispezione del Comitato per la difesa dell’infanzia. L’accusa rivolta in quel caso era di costringere a «convertirsi» le bambine accolte nella struttura, circostanza del tutto negata dalle suore di Madre Teresa.

La precisazione della superiora generale delle suore della carità

«Vorremmo chiarire – si legge in una nota diffusa il 28 dicembre 2021 da suor Prema, superiora generale delle suore della carità – che la registrazione al Foreign Contribution Regulation Act delle Missionarie della Carità non è stata né sospesa né cancellata. Inoltre, non c’è alcun ordine di congelamento da parte del ministero degli Affari interni su nessun nostro conto bancario. Siamo state informate che la nostra richiesta di rinnovo della registrazione al FcrA non è stata approvata. Pertanto, come misura volta a garantire che non ci siano errori, abbiamo chiesto ai nostri centri di non operare alcun conto FC fino a che la questione non si sia risolta». Le Missionarie della Carità allegano alla dichiarazione di suor Prema la nota stampa diffusa dal governo indiano in cui si spiega che in data 25 dicembre è stata respinta la richiesta per il rinnovo della registrazione ai sensi del Foreign Contribution Regulation Act, «per non aver soddisfatto le condizioni di ammissibilità», senza però precisare quali siano le condizioni contestate. In India è obbligatorio per legge registrarsi alla Foreign Contribution per ricevere donazioni straniere e la Congregazione delle Missionarie della Carità dipende in gran parte da donazioni straniere per svolgere le sue opere di beneficenza.

fonte asianews/agenziasir/red

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28 Dicembre 2021 | 09:44
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