L'urna contenente le spoglie del Beato Manfredo.
Ticino e Grigionitaliano

Richieste di intercessione al Beato Manfredo da tutto il Mendrisiotto

Una delle ricorrenze religiose più sentite del Mendrisiotto è quella dedicata al Beato Manfredo, nobile proveniente da Settala (Milano) che visse eremita sul Monte San Giorgio. Dopo la sua morte, avvenuta il 27 gennaio 1217, le sue spoglie furono collocate a Riva San Vitale, dove ogni anno, in occasione della festa, sono esposte alla preghiera. È così dal 1633 ma oggi, in questo tempo di pandemia, un nuovo gesto viene ad arricchire di senso e significato la preghiera dei fedeli: infatti, i pellegrini che accorrono ai piedi del Beato possono trovare lo sportello della teca aperto, per volontà del parroco, don Carlo Scorti, che ha pensato di dimostrare così la vicinanza del Beato alla sua gente.

«Quando la gente arriva in chiesa, nello sportello aperto, trova un segnale chiaro: il Beato è pronto ad accogliere le richieste di preghiera e intercessione». «Pregando il Beato Manfredo, ci si rivolge a una figura che da sempre si è presa cura di noi».

La storiografia manfrediana, basata su antiche tradizioni e rispettabili documenti, è in effetti ricca di prodigi attribuiti all’intercessione del santo eremita, che lo rendono figura amica in questi giorni difficili. Attratte dalla fama della sua santità, accorrevano a lui, implorando consiglio ed intercessione le popolazioni delle regioni circostanti – comasche, varesine, milanesi – tra le quali si distinsero, nel 1207, gli abitanti di Olgiate Comasco che, afflitti da mortale contagio, chiedevano al beato scampo e conforto. Il santo eremita li esortò a recarsi pellegrini alla tomba di s. Gerardo, che da poco era morto a Monza (6 giugno 1207). Compiuto devotamente il pio pellegrinaggio, il morbo subitamente scomparve, ed il popolo di Olgiate con decisione unanime elevò nel borgo in onore di s. Gerardo una bella chiesa, divenuta poi mèta di devozione e di pellegrinaggi, che nel 1938 fu restaurata ed abbellita; e fece voto perpetuo che il popolo olgiatese, ogni anno, si recasse collegialmente al sepolcro monzese del santo, a ricordo dell’antico prodigio.

L.Q.

L'urna contenente le spoglie del Beato Manfredo.
20 Aprile 2020 | 15:10
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