Svizzera

Rafforzare il terreno solido della fiducia attorno a chi è sofferente: il messaggio dei vescovi svizzeri per la Giornata del malato

La Conferenza dei vescovi svizzeri ha pubblicato il messaggio per la Giornata del malato, che in Svizzera si celebra domenica 3 marzo.

Il tema «Rafforzare la fiducia» fa da filo conduttore alla Giornata del malato

Da 85 anni, la «Giornata mondiale del malato» mette al centro dell’attenzione i malati, gli anziani e i disabili, e con loro tutti gli infermieri, i medici e i terapisti che contribuiscono alla loro guarigione e al loro benessere. Tutti loro sono responsabili di una buona assistenza medica in Svizzera. Per una volta, però, l’attenzione è rivolta anche a tutti i parenti, gli amici e i conoscenti che spesso non vengono riconosciuti e che forniscono vicinanza, sostegno e assistenza in privato, ma con grande fedeltà.

Il messaggio di questa «Giornata Mondiale del Malato» fa quindi da contrasto alle notizie piuttosto negative relative al settore sanitario a cui siamo abituati (costi, chiusura di ospedali, carenza di medici, mancanza di personale).

«Rafforzare la fiducia» è il motto del 2024 e concentra su di sé il significato di questa giornata. Secondo il dizionario della Treccani la fiducia è un «atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità». Rafforzare la fiducia significa quindi rafforzare sicurezza e tranquillità, e in questo modo anche la speranza.

Per noi cristiani, la fiducia ha un terreno solido, un fondamento affidabile: Dio. La fede in Lui ci ricorda continuamente che siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare (vedi il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Malato 2024).

La Bibbia è piena di immagini, storie ed esperienze che rafforzano e incoraggiano la fiducia dei fedeli. Una delle Parole più belle si trova nel libro del profeta Isaia (46, 3-4):

Ascoltatemi, casa di Giacobbe,
tutto il resto della casa d’Israele;
voi, portati da me fin dal seno materno,
sorretti fin dal grembo.
Fino alla vostra vecchiaia io sarò sempre lo stesso,
io vi porterò fino alla canizie.
Come ho già fatto, così io vi sosterrò,
vi porterò e vi salverò.

Dio ci porterà e ci sosterrà: ciò significa che nessun essere umano può cadere così in basso che Dio non possa tirarlo fuori. Indipendentemente da ciò che sperimentiamo – felicità e gioia o malattia, difficoltà e morte – siamo tenuti da Dio – portati, sostenuti. Egli è il garante della vita.

Quindi la fiducia è inizialmente una fonte di forza per me. È l’energia di cui ho bisogno per andare avanti e continuare, per rimanere a disposizione dei malati.

La fiducia e la consapevolezza di non essere soli danno anche ai familiari la libertà di prendersi cura di se stessi. Perché non si aiuta nessuno se chi assiste non ce la fa più.

Trasmetterò anche la fiducia che mi riempie, non prima di tutto con le parole, ma con la presenza e la perseveranza. Papa Francesco: «la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni, di tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri, … col creato, con sé stesso. È possibile? Si, è possibile e noi tutti siamo chiamati a impegnarci perché ciò accada.»

I parenti e gli amici sono così importanti anche perché possono avere conversazioni che non riducono la persona alla sua malattia o ai suoi deficit. Guardano alla persona nella sua interezza, alla sua storia, anche a ciò che è stato buono e le ha dato forza. In questo modo, ciò che è negativo o doloroso al momento non viene risolto. Ma gli viene dato un posto appropriato.

La fiducia è rivolta al futuro, a una pronta guarigione, a un miglioramento o almeno a una stabilizzazione della salute. Questo desiderio vale per tutti i malati.

Ma c’è anche il momento della certezza che le cose non miglioreranno. Arriva il momento dell’addio, quando la morte è in vista. La fiducia è rivolta a una morte senza dolore e senza paura, all’abbandono e al potersene andare. Per le persone che credono nella resurrezione, la speranza può continuare a operare durante questo periodo e anche una tenera gioia nell’attesa può acquisire forza.

Cercare le fonti di forza nelle rispettive situazioni, con le persone specifiche, ricordare ai credenti l’attenzione di Dio, la sua vicinanza duratura, la sua promessa di vita in abbondanza – vorrei ringraziare tutti coloro che si assumono questo compito dal profondo del cuore e che così «rafforzano la fiducia» delle persone malate, anziane e disabili.

A nome della Conferenza dei vescovi svizzeri, Markus Büchel, Vescovo di San Gallo

Leggi anche: Giornata del malato del 3 marzo: la testimonianza di un assistente di cura

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2 Marzo 2024 | 09:03
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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