Papa e Vaticano

Presentata in Vaticano la seconda tappa del processo sinodale

Una Chiesa che necessità di «autenticità» e «guarigione», ma che può guardare al futuro con speranza, nella consapevolezza di poter «prendere forza» dall’ascolto reciproco; un cammino – quello sinodale iniziato lo scorso ottobre in tutte le Chiese particolari del mondo – che chiama anche i singoli attori coinvolti ad avere «pazienza», di fronte a un processo che ha avviato un percorso fondamentale di discernimento, per arrivare a una «intelligenza piena delle cose attraverso una lettura in profondità». Infine l’appello a non voler divide la «Chiesa del popolo» dalla «Chiesa gerarchica», ma anzi, al contrario, a nutrire fiducia gli uni degli altri e anche nella fase che seguirà, che vedrà chinarsi sui documenti del Sinodo i vescovi nella loro Assemblea generale ordinaria.

Inizia così, rievocando il processo sinodale nei suoi punti saldi, la prolusione del card. Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo, chiamato a introdurre quest’oggi la conferenza stampa in Vaticano per la presentazione della seconda tappa del processo sinodale. Annunciando anche una prossima indispensabile tappa o, come lo ha definito il cardinale, un «atto di restituzione».

Una seconda fase continentale

Spetterà infatti nelle prossime settimane alla Segreteria del Sinodo, a partire dai documenti giunti dalle varie Conferenze episcopali del mondo quale frutto della consultazione sinodale continentale, elaborare un documento che serva per la fase assembleare vaticana del Sinodo; un documento che tuttavia Roma intende sottoporre dapprima nuovamente alle varie conferenze episcopali, secondo un principio di circolarità: «La consultazione sinodale si è svolta nelle Chiese particolari», ha sottolineato Grech. «Lì, dunque, deve tornare, nel rispetto di tutti gli attori del processo, che sono chiamati a dire se si rispecchiano nella sintesi finale, per valutare la sua corrispondenza con l’identità nella quale si riconoscono». Le conferenze episcopali, coinvolgendo nuovamente le varie équipe sinodali sul proprio territorio, nel concreto dovranno raccogliere le osservazioni sul documento elaborato dalla Segreteria del Sinodo e rispedirgliele. Lo scopo finale? «Attivare una vera dinamica sinodale, in cui siamo tutti apprendisti», sottolinea Grech.

«Un dialogo ecclesiale senza precedenti»

Quindi la parola al card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo. «La sintesi richiesta non è né la presentazione della cronologia delle tappe del processo sinodale concretamente seguite, né un verbale che elenchi in maniera indiscriminata tutti i punti emersi nei momenti dell’esperienza sinodale. Piuttosto, è da intendere come il culmine del discernimento spirituale comunitario. Puntano a raccogliere ed esprimere i frutti del processo sinodale in modo che siano comprensibili anche a chi non vi ha partecipato, indicando come la chiamata dello Spirito Santo alla Chiesa è stata compresa nel contesto locale», ha spiegato il cardinale.

Oltre ai documenti pervenuti dalle Conferenze episcopali, «sono stati raccolti oltre un migliaio di contributi da parte di singoli fedeli o gruppi ecclesiali o non ufficialmente riconosciuti dall’autorità ecclesiastica locale. Per questi ultimi in particolare, si tratta di realtà che si sentono ›in periferia o ai margini’ della vita della Chiesa».

La conclusione del card. Hollerich è la seguente: «Da tutti questi dati sono convinto che siamo di fronte a un dialogo ecclesiale senza precedenti nella storia della Chiesa, non solo per la quantità di risposte pervenute o di persone coinvolte ma anche per la qualità della partecipazione».

(red)

26 Agosto 2022 | 17:16
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