Commento

#PerMilleStrade: i giovani italiani (e qualche ticinese) in cammino «sinodale» verso Roma

«Darsi una mossa» è un modo di dire che ben rappresenta la necessità di cambiare ritmo rispetto all’ordinario, per qualcosa di straordinario che giovi poi alla quotidianità, a quello che tutti chiamano la «routine» della vita ordinaria. Sicuramente se la stanno dando «una mossa» e alla grande le decine di migliaia di ragazzi e ragazze  che -zaino in spalla- stanno camminando da tutte le Diocesi italiane,con qualche ticinese tra loro,  verso Roma. Un evento proposto dai vescovi italiani per fare del prossimo Sinodo dei vescovi che si terrà in ottobre non solo un incontro per pochi -presunti o tali che siano- «esperti» ma il cammino di un popolo. I ragazzi e le ragazze che in questi giorni stanno pregando, entrando in Santuari che sono luoghi della fede e della tradizione (Loreto e Assisi, ad esempio), condividendo sudore e selfie sono parte ormai ineludibile di questo cammino di popolo che è già storia condivisa nei social dove vengono postate le foto con l’hashtag #PerMille#Strade. L’importante nella vita è «darsi una mossa» e l’hashtag scelto rappresenta bene il concetto. La proposta di fede  e di vita di Chiesa che papa Francesco rivolge continuamente ai fedeli è il contrario di un orizzonte circoscritto e di un mondo chiuso: è «uscita», condivisione, dalla rete virtuale alla stretta di mano, è muoversi, è andare, è abbracciare un cambiamento di orizzonti, di stile, di prospettive. «Darsi una mossa» costa, fa caldo in questi giorni, si deve sudare, si deve condividere, si deve stare in mezzo ad un popolo in cammino, in preghiera, in ascolto della Parola di Dio e in discussione. Ma «darsi una mossa» fa sempre crescere, è una scelta antagonista ad ogni «balconear la vida«, come dice sovente il Papa nella lingua di casa sua, che è un atteggiamento di falso quieto vivere perché alla fine rischia di rendere apatici. Apatici e annoiati -ricordava un vescovo svizzero durante la recente visita di Francesco a Ginevra- come molta parte dell’opulenta società che ci circonda e della gente che vi vive. Immischiarsi è la strada, camminare -come fanno i giovani in queste ore- per essere parte del processo sinodale di rinnovamento ecclesiale, che non va visto come un evento che riguarda magari strutture ecclesiali che si possono anche considerare in certi casi vetuste e lontane dalla vita ma come un percorso personale volto ad un cambiamento dei singoli e della comunità a cui appartengono almeno in due/tre direzioni: verso gli altri, verso Cristo con gli altri, in particolare verso chi scuote da quella malsana indifferenza che troppo spesso colpisce coloro che vivono annoiati o rinchiusi in piccoli orizzonti, assumendo responsabilità comuni in un cammino che è anche un bel esercizio «sinodale». Bene inoltre che alcuni giovani della Svizzera italiana vi partecipino. Allargare gli orizzonti non fa mai male.

7 Agosto 2018 | 11:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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